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Stando a quanto riportano sia Bloomberg sia Reuters, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti è pronto a formulare accuse contro persone sospettate di essere tra i responsabili della maxi fuga di dati relativa agli account di milioni di utenti Yahoo. L’incriminazione fa seguito al furto dati che ha colpito 500 milioni di utenti ai quali sono state sottratte informazioni sugli account con nomi, indirizzi e-mail, numeri di telefono, date di nascita, password con hash e, in certi casi, domande e risposte di sicurezza cifrate e non-cifrate.
Nella relazione del Dipartimento si farebbe riferimento a sospetti che vivono in Russia e Canada, ma è più probabile che le accuse saranno formulate principalmente verso i canadesi e non i russi, poiché non esiste un trattato di estradizione tra Russia e Stati Uniti, un problema già emerso a gennaio di quest’anno con il braccio di ferro per l’estradizione di Evgenij Nikulin, un hacker russo sospettato per aver violato i server di Linkedin, Dropbox, Formspring ma anche piattaforme usate nel corso della campagna elettorale dei democratici.
Per quanto riguarda il furto dati di Yahoo, un sospetto vive in Canada e altri tre si trovano in Russia. La stessa azienda colpita aveva parlato di “un atto finanziato da uno Stato” ma non aveva indicato altri dettagli e dopo lo shock per la violazione delle credenziali di 500 milioni di utenti, sono emersi nuovi casi di violazioni avvenute in altre occasioni. La questione hacking ha costretto Yahoo a trovare un accordo per rivedere i termini dell’intesa con Verizon per comprare gli asset “core” (quelli legati a internet, della società guidata da Marissa Mayer), un prezzo ridotto di 350 milioni di dollari, dai 4,83 miliardi inizialmente previsti.