È già scattato il ricorso contro la prima sentenza favorevole ad Apple sulla questione dello sblocco dell’ iPhone di New York. La settimana scorsa un giudice federale aveva negato la richiesta del Governo di obbligare Apple allo sblocco di un iPhone appartenuto a un trafficante di droga. Ora il Dipartimento di Giustizia USA torna alla carica e, pur riferendosi sempre all’All Writs Act del 1789, rileva che il caso dell’iPhone di New York è completamente diverso da quello di San Bernardino.
Questo perché mentre nel caso di San Bernardino si tratta di un iPhone 5c che funziona con iOS 8, l’ iPhone di New York è un iPhone 5s che funziona con iOS 7. Nel ricorso il Dipartimento di Giustizia, riportato da Reuters, nota che Apple non è costretta a creare backdoor, né a invalidare la sicurezza del proprio sistema operativo e soprattutto che in passato Cupertino, su richiesta del tribunale e con regolare mandato, ha contribuito ad accedere ai dati di dozzine di dispositivi iOS 7.
“Tutti i dispositivi con sistema operativo pre-iOS 8 permettevano l’estrazione di dati da un terminale bloccato. Apple ha usato questa capacità dozzine di volte, in risposta a ordinanze legittime del tribunale, come quella qui ricercata, senza rivendicare che così facendo mettesse in pericolo i dati degli utenti e la privacy”.
Nel ricorso si precisa anche che Apple potrebbe accedere ai dati dell’ iPhone di New York nei propri laboratori e con i suoi tecnici, come ha sempre fatto, senza rivelare al governo la tecnica impiegata, in questo modo senza compromettere le tecnologie di sicurezza di nessun altro iPhone e senza consegnare al governo una chiave master.