Un piccolo e (all’infuori dell’Asia) sconosciuto produttore di smartphone potrebbe essere la nuova minaccia di Apple nel mercato cinese. Si chiama OPPO e nell’ultimo periodo ha visto le spedizioni di dispositivi crescere del 153%, pari a 18.5 milioni di unità nell’ultimo trimestre secondo i dati di IDC, dato che ha portato l’azienda sul podio dei primi cinque produttori al mondo. A maggio di quest’anno il suo market share è cresciuto dell’11% secondo la società di analisi Counterpoint Research; dai dati di giugno si annuncia un testa a testa con Huawei e per il nuovo trimestre l’azienda forse potremmo vedere questo nome tra i primi tre produttori di smartphone in Cina.
La crescita dell’azienda è arrivata in concomitanza ad un declino di un 5% del mercato smartphone cinese nel primo trimestre dell’anno con l’acuire della concorrenza e il rallentamento della crescita economica. Secondo dati di Strategy Analytics riportati da Forbes, nel primo trimestre OPPO è risultato il secondo produttore cinese di smartphone per spedizioni, con un market share del 13.2%: in crescita rispetto al 7.9% di un anno addietro. Huawei è sul podio con un market share del 16.6%; Xiaomi è al terzo posto mentre Apple è al quinto con l’11.5%.
La strategia di OPPO? Tenersi alla larga dall’ecommerce. Contrariamente a Xiaomi che ha costruito il suo successo sulla svendita di dei prodotti, OPPO evita la presenza online preferendo concentrarsi sugli store al dettaglio, spesso con accordi di distribuzione in esclusiva con i commercianti, anche per singole città relativamente piccole. In Cina OPPO ha in questo momento un network di 200.000 store al dettaglio, negozi che propongo smartphone non eccessivamente costosi (prezzo medio 270$) per la giovane utenza residenziale. Non mancano prodotti che hanno come target l’utenza più ricca: il modello R9 (dispositivo con meccanismo di ricarica rapida della batteria e fotocamera da 16 megapixel studiata per i selfie) è venduto a prezzi che variano dai 599$ agli 849$. OPPO afferma di aver venduto 7 milioni di unità di quest’ultimo dispositivo in soli 88 giorni dopo il lancio a marzo con oltre il 90% delle vendite che arriva da grandi magazzini.
Un rivale che sembra dare un po’ di filo da torcere a OPPO è Vivo, produttore cinese noto in precedenza come Bubugao. OPPO era inizialmente nata come controllata di Bubugao con lo scopo di concentrarsi sull’espansione oltreoceano, ma divergenze nel consiglio portarono OPPO a operare in autonomia. Vivo è il quarto produttore di smartphone cinese (11.9% di market share); Duan Yongping, fondatore di Bubugao, ha ancora una piccola partecipazione in OPPO ma non sarebbe più coinvolto attivamente nel management. L’azienda punta ora nel coinvolgere i consumatori di città quali Pechino e Shanghai, target che non sono ad ogni modo facili: in queste città, infatti, dominano brand quali Apple e Huawei e gli utenti sono riluttanti a provare marchi poco familiari.