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Dietro l’accordo con Qualcomm la sfida più difficile per Apple

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L’accordo siglato tra Apple e Qualcomm non è una buona notizia per i fornitori della catena di approvvigionamento della Mela e non lo è neppure per Apple stessa che ora è di fronte alla più importante sfida da molti anni a questa parte. Questa la tesi sostenuta da Bloomberg in un articolo che esplora i risvolti del patto che ha portato Cupertino sulla strada che la condurrà ad usare i modem 5G di quella che per due anni è stata una controparte.

Dietro l’annuncio della pace, giunto martedi 18 aprile, si celano due fatti ineludibili: il primo è che Apple potrà per ora usare solo i prodotti di Qualcomm se vuole rilasciare entro breve un telefono innovativo, basato sulla tecnologia 5G; il secondo è che Apple dovrà per questa ragione mettersi a lavorare duramente per creare un suo chip modem e questo compito sarà molto, molto complicato.

Il fatto che, secondo i redattori Mark Gurman e Ian King di Bloomberg, Apple continuerà a sviluppare in proprio il suo chip-modem, è scritto nella storia di Apple stessa, che non vuole dipendere da un solo fornitore per un elemento chiave come questa componente. Cupertino ha sempre avuto almeno due fornitori, da una parte per non sottopstare alle fortune e umori di un partner e controllare il suo futuro, dall’altra per ridurre i costi.

Apple ha anche perseguito una seconda strategia: se necessario e quando possibile produrre in proprio le sue componenti. Questa politica aziendale è uno dei fattori-chiave che ha permesso il successo di iPhone, differenziando il dispositivo da quelli proposti dai competitor. I SoC integrati negli iPhone sono riconosciuti da tutti come i migliori del settore, elementi che rendono i dispositivi veloci e funzionali. La Casa di Cupertino sta lavorando anche su tecnologie per display destinati a futuri dispositivi e assunzioni di alcune particolari figure lasciano immaginare anche la volontà di esplorare il settore delle batterie.

Qualcomm

Sono vari i componenti progettati “in casa” per iPad, Apple Watch, Apple TV, AirPods e Mac. I chip-modem richiedono competenze ingegneristiche di vario tipo, diverse da quelle necessarie per la creazione di altre tipologie di processori. I modem integrati in smartphone e tablet consentono di collegarsi alla rete cellulare, navigare sul web, scaricare app e telefonare. Fare in modo che tutto funzioni senza problemi in qualunque parte del mondo, è un compito complesso che richiede un vasto know-how nel settore, non semplice da reperire.

Tutto questo è il contrario di quel che succederà con i sei anni di diritto di licenza sui modem Qualcomm che, non solo sarà il solo fornitore di modem 5G (in conseguenza dell’abbandono del campo di Intel)  ma non sarà sfidabile per molti anni. Servono infatti almeno due anni per la creazione di un prodotto finito e almeno un anno e mezzo di test, quindi tre anni e mezzo.

Apple dovrà destreggiarsi tra i vari standard e tecnologie dei maggiori operatori mobili al mondo, ciascuno dei quali usa differenti apparati e differenti frequenze radio e poi superare i test a varie latitudini, operazione complicatissima: «I modem – dice Bloomberg – dovranno integrare nuove differenti tecnologie ed essere anche in grado di funzionare con quelle di generazione precedente senza problemi».

Qualcomm fa questo lavoro da tempo, vantando anni di relazioni con i principali produttori e vendor di apparati per le telecomunicazioni. Nei laboratori del quartier generale a San Diego e in quelli di altre sedi può testare e ricreare varie tipologie e condizioni di rete con i quali un ipotetico telefono potrebbe avere a che fare. Tali infrastrutture sono fondamentali, in particolare quando gli standard cambiano e sul mercato arrivano nuovi dispositivi e servizi. «Competere in questo ambito – dice Gus Richard, un analista esperto in chip di Northland Capital Markets – è difficile se non si ha la storia di Qualcomm», tanto che, come accennato, anche Intel, l’azienda con il maggior peso al mondo e della storia nel campo dei semiconduttori, ha dovuto alzare bandiera bianca.

Al momento, è la previsione del giornale, le centinaia di ingegneri Apple che lavorano e lavoreranno (Cupertino ha decine di posizioni aperte per ricerca personale nel settore) sui chipmodem da una parte studieranno il prodotto che dovrà sostituire quello di Qualcomm, dall’altra lavoreranno alla integrazione delle componenti del fornitore nei prossimi iPhone. Il lavoro richiederà almeno cinque anni prima di produrre frutti, stima Matt Ramsay un analista di Cowen & Co.

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