E’ gratis, utilizza il framework di TextEdit (ed è quindi compatibile con Rtf, Rtfd, Txt, Doc e Docx, oltre a crescere con i futuri aggiornamenti dell’editor di testi di Apple) e soprattutto è innovativo. Cosa si può volere di più dalla vita?
Dopo aver in passato visto Scrivener, un programma che siamo lieti di aver scoperto che ha cambiato la vita produttiva di alcuni nostri lettori (saranno ancora più felici di sapere che Scrivener è stato recentemente aggiornato dai suoi autori ed adesso è ancora più ricco di prima), questa è la volta di Diamond, editor di testo con piattaforma visuale indipendente realizzato da Geoffrey Alexander.
Simile come concetto a WriteRoom di Jesse Grosjean, è un editor di testo alternativo a TextEdit che però ne utilizza le risorse, potendo così trattare tutti i formati che vengono trattati dall’editor di Apple (e crescere con lui). La grande differenza sta in pratica nel front-end. Per chi non ritiene che sia possibile innovare nel mondo della videoscrittura (e che magari per questo rimane legato a Word di Microsoft anche per compiti che vengono assolti da decine di altre applicazioni) in questo caso si troverà di fronte ad una bella sorpresa. Diamond infatti “conquista” e monopolizza tutto lo spazio dello schermo e consente di utilizzare in maniera pratica e semplice l’editor di testo.
Già la grafica di base è semplice e divertente, permettendo di iniziare a lavorare anche su più progetti senza dover fare molti cambiamenti. Se poi si vuole un po’ giocare con le possibili combinazioni di font e di colori, il controllo sul centro di videoscrittura alternativo a quello nelle finestre fluttuanti offerte dal Mac è totale. In qualche modo preparando anche all’idea di evoluzione che il prossimo MacOs X 10.5 dovrebbe portare.
Cioè, desktop personalizzati per particolari funzioni. Basterà aspettare ancora qualche mese…