Dopo la dissezione “istantanea” di iFixIt, che ieri ha aperto un iPad di nuova generazione poco dopo il lancio in Australia, ora arriva anche quella più scientifica di ChipWorks, una società specializzata in analisi di processori e dall’esame emerge qualche dettaglio di maggior interesse per chi vuole esplorare i “segreti” del design di Apple.
Il primo particolare degno di nota è il riciclo di una componente. Si tratta del sensore CMOS OV5650, prodotto da Omnivision, una componente da 5 megapixel che Apple aveva già usato in iPhone 4. Usare un prodotto già utilizzato in precedenza consente di risparmiare denaro sotto molti profili, da quello della logistica ai costi di ingegnerizzazione e viene giudicata una mossa intelligente da parte di Chipworks.
Il riciclo delle componenti interessa anche il sensore frontale. Qui siamo addirittura al riutilizzo di un pezzo visto per la prima volta molto tempo fa, nel primo iPod nano con fotocamera; si tratta dell’OV297AA sempre prodotto da Omnivision. Il OV297AA è stato poi usato come sensore frontale per FaceTime nell’iPad 2.
Non è riciclato, invece, il processore A5X. Si tratta di una evoluzione del precedente chip disegnato da Apple ma creato nei laboratori Samsung. Anche il nuovo modello pare proprio essere stato costruito da Samsung e non ancora da TSMC (che dovrebbe cominciare ad entrare tra i fornitori Apple solo a partire dal lancio dell’A6 che sarà, molto probabilmente, un quad core). Il processore A5X si distingue per essere sensibilmente più grande dell’A5 questo perché Appl ha affiancato ad esso un nucleo quad core grafico a fronte del perdurare dell’uso della tecnologia costruttiva a 45 nanometri.
Chipworks sottolinea anche l’uso di memorie DRAM prodotte da Samsung. Nell’iPad aperto da iFixIt erano invece uscite dai laboratori di Elpida.