iFixIt non perde tempo, mette le mani su uno dei primissimi MacBook Air da 11,6 pollici e lo smonta per vedere com’è fatto all’interno. L’operazione, ben lungi dall’essere semplicemente frutto di una mania tecno-feticista, è utile come sempre a rivelare alcuni dei dettagli costruttivi che a loro volta svelano linee di pensiero non solo ingegneristico ma anche di marketing di Cupertino.
Ad esempio, uno degli elementi notevoli si incontra fin dal momento in cui si prova ad aprire il dorso del MacBook Air. Invece delle tradizionali viti Torx6 (con sei intagli) appaiono viti Torx5 (a cinque intagli) che rappresentano un ostacolo visto che richiedono cacciaviti non troppo comuni da trovare in commercio. All’interno si trovano cinque batterie assemblate da una speciale maschera e che insieme forniscono 35 watt ora di energia.
Una volta giunti nello strato “profondo” del MacBook Air si nota un drive SSD da 64 GB del tutto customizzato (nessun prodotto simile sarebbe oggi in commercio) creato usando componenti Toshiba e per la precisione 4 chip TH58NVG7D7FBASB. Lo spessore è di 2,4 millimetri, meno della metà del precedente drive del MacBook Air e del peso di 10 grammi invece che di 45 grammi del disco tradizionale.
Anche la memoria Ram è proprietaria o, meglio, è saldata direttamente sulla scheda madre. Questo significa che è impossibile aggiornarla; solo nel momento dell’ordine si può scegliere se averla da 4 GB o da 2 GB, ma una volta optato per una o per l’altra cosa non è più possibile tornare indietro.
In pratica il nuovo MacBook Air è difficile da smontare e altrettanto difficile, se non impossibile, da personalizzare. Si tratta insomma di una macchina nel più puro e lineare stile Apple degli ultimi tempi che in computer come l’Air raggiunge i suoi vertici.