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Prima demo di Viv, così funzionerà la figlia di Siri

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TechCrunch ha assistito alla prima demo in pubblico di Viv, l’assistente virtuale che promette significative novità rispetto all’assistente vocale Siri e altre tecnologie simili (ne abbiamo parlato qui). Nella presentazione Dag Kittlaus, uno dei creatori di Siri (tecnologia venduta ad Apple nel 2010 per circa 200 milioni di dollari), ha più volte pronunciato la parola “paradigma” evidenziando la possibilità di avviare conversazioni che saranno sempre più simili al livello umano.

Kittlaus ha iniziato partendo da domande semplici sulle previsioni meteo per passare poi a più complesse, del tipo: “Dopodomani la temperatura sarà superiore ai 21° nei pressi del Golden gate bridge dopo le 5 del pomeriggio?”. L’assistente virtuale ha risposto a questa e altre bizzarre e complesse domande. Il “motore” sottostante potrà essere sfruttato da terze parti attingendo a funzioni che consentono, tra le altre cose, di prenotare servizi e pagare. Il segreto della bontà del sistema è la “dynamic program generation” un meccanismo che consente all’assistente di comprendere l’intento dell’interlocutore preparandosi a rispondere nel migliore dei modi e che prevede capacità di auto-apprendimento in grado di evolversi collegando nuovi servizi.

Tra le pecualirità di Viv, la possibilità per terze pati di inserire “aree temaiche” (il concetto alla base di un servizio); un’aziendda che si occupa della spedizione di fiori può, ad esempio, associae termini quali  “consegna”, “domicilio”, “margherite”, “rose” “pagamento”, “carta di credito” e creare intorno a questi possibili azioni che l’utente può svolgere senza mai bisogno di uscire dall’app principale. Viv è in grado di scrivere autonomamente “il codice” che permette di svolgere determinate azioni. Le frasi dell’utente sono analizzate e scomposte in diagrammi con i vari passaggi da esegurie per portare a termine le richieste.

Durante la dimostrazione non è mancato il confronto con Siri, tecnologia che, a quanto sembra di capire, si è evoluta in modo diverso da quanto gli sviluppatori originari avevano in mente. Viv non è ad ogni modo ancora un prodotto concreto: serviranno mesi per perfezionare il sistema, oltre alle collaborazioni di vari servizi. Gli sviluppatori affermano che al momento non sono interessati alle acquisizioni preferendo finanziamenti da fondi e privati per l’indipendenza. Hanno racimolato 12.5 milioni di dollari grazie a Iconiq Capital, un fondo dietro il quale secondo Forbes ci sono: Mark Zuckerberg di Facebook, Jack Dorsey di Twitter, Reid Hoffman di LinkedIn e altri ancora.

Nel futuro immaginato dagli sviluppatori il servizio sarà pervasivo, alla stregua di una connessione WiFi o Bluetooth sullo smartphone: le persone vedranno un simbolo (una “V” con un trattino sopra) capendo di avere a che fare con l’assistente in questione. Molto ovviamente dipenderà da quanto i vari fornitori di servizi crederanno nelle possibilità di interazione che il sistema offre.

Dag Kittlaus
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