Nonostante Time Machine sia presente su tutti i Mac, non sono pochi gli utenti che per un motivo o per l’altro cercano un sistema di backup alternativo a quello di Apple, quale questo Deja Vu è capace di offrire, con diverse funzioni interessanti non solo per gli utenti più evoluti.
Le differenze con il sistema di Time Machine e sono molto evidenti e tali da far riflettere sul fatto che forse negli anni gli utenti hanno dato troppe cose per scontate e in un mondo in cui l’uso di dischi di rete, come i NAS, è diventato molto comune e il flusso dei dati organizzato in modo intelligente può essere un benefit molto interessante.
Deja Vu, la recensione
Manuale di istruzioni
Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire che cosa fa Deja Vu: una volta installato il software questo appare nelle Preferenze di sistema e opera come un servizio ad attivazione automatica o manuale.
E’ possibile indicare una cartella o un intero disco come sorgente e una cartella o un intero disco come destinazione, impostare delle eccezioni nei file (relative o assolute), decidere se il backup è automatico o manuale e ovviamente impostare l’orario migliore per l’attivazione.
Sostanzialmente, dopo cinque minuti, il processo è pronto e non resta che lasciare che il software esegua il proprio compito alla massima velocità consentita dalle connessioni.
I dischi sergente e destinazione possono essere locali (interni, USB, FireWire, Thunderbolt 1, 2 o 3, per il software è lo stesso basta che siano visti da macOS) oppure di rete (AFP o SMB).
In questo secondo caso Deja Vu permette anche di connettersi ad un disco remoto in automatico prima del backup e di scollegarlo una volta eseguito il lavoro, il tutto in completa autonomia (impostando preventivamente indirizzo e credenziali).
Opzioni
Di per se, Deja Vu è, passateci il termine, abbastanza elementare: controlla i documenti dalla cartella sorgente e se non li trova (o li trova diversi) li copia nella cartella destinazione, uno alla volta, cartella per cartella.
Ma è proprio questo suo essere basilare l’arma fondamentale di tutto il processo, perché alla fine, diversamente da Time Machine che utilizza un formato ad hoc, il disco di destinazione sarà del tutto identico a quello sorgente, documento per documento (a meno delle eccezioni impostate dall’utente) e cartella per cartella.
Benché la fase iniziale possa essere molto semplice, un approfondimento permette un utilizzo decisamente migliore del processo: ad esempio è possibile specificare se i documenti eliminati dalla sorgente debbano essere eliminati anche dalla destinazione o viceversa e, in caso positivo, possono essere messi in una zona del disco simile alla “quarantena”, della quale saranno eliminati dopo un po’ di tempo (dando una via di uscita a chi si accorge dell’errore).
I backup manuali sono eseguiti su richiesta dell’utente, che deve aprire la preferenza di sistema e attivare il processo tramite il pulsante omonimo, mentre per quelli automatici, esiste una programmazione giornaliera, settimanale e mensile. Su questo dobbiamo notare che manca il supporto ad AppleScript, che in alcuni flussi di lavoro, pensiamo ad uffici, sarebbe stato comodo.
Possono essere impostati quanti backup si desiderano, anche doppi, e per ognuno specificare la cadenza (manuale, settimanale, giornaliera, mensile).
Vantaggi
Deja Vu offre una sincronizzazione vera e propria (monofase però, nel senso che il disco sorgente non è mai modificato) che produce non solo una copia dei documenti, ma anche un secondo volume usabile, perché è proprio una copia del primo, aggiornato manualmente o automaticamente su richiesta dell’utente.
Questa differenza è molto importante nella scelta di Deja Vu come sistema di backup: chi scrive, ad esempio, esegue giornalmente una copia dell’intera libreria di documenti dall’iMac in ufficio al NAS in salotto, letteralmente duplicando la libreria che a questo punto è usata da due sorgenti diverse, da iTunes sul Mac e da Plex sul server.
Qualsiasi cambiamento nella libreria (aggiunta di nuovi brani, modifica o sostituzione di quelli esistenti) è replicata giornalmente sul NAS, che a sua volta pubblica sulla Apple TV in salotto tramite Plex.
Deja Vu esegue anche una copia dei dati dall’iMac in un disco portatile LaCie Rugged USB-C, in modo che sia possibile usufruire degli stessi dati, nello stesso ordine in cui sono salvati nell’iMac, anche in viaggio tramite il disco (per chi usa Applicazioni come InDesign o QuarkXpress, ad esempio, è molto comodo poter avere un archivio che mantiene la gerarchia dei documenti).
Time Machine, giusto per fare un confronto che i nostri lettori troveranno doveroso, è molto diverso in questo ed è considerato più “personale”, nel senso che un Mac lo usa per creare una copia dell’archivio, progressiva, di sicurezza ma non usabile direttamente se non tramite, appunto, Time Machine dallo stesso Mac.
Chi scrive è un utente di Deja Vu da più di dieci anni e non nega di aver utilizzato il sistema per effettuare non solo backup ma anche delle copie di dischi danneggiati cercando di recuperare quanti più documenti possibili: uno dei difetti annali di macOS, infatti, è che in una copia di molti documenti, se uno di questi risulta inaccessibile l’intero processo di copia di interrompe, mentre con Deja Vu è stato possibile copiare i documenti intatti e avere un report di quelli danneggiati o inaccessibili (a processo completato).
Questo esempio mostra l’estrema elasticità di un software che può rendere molto felici gli utenti più avanzati, che possono creare flussi di dati automatici tra diversi Mac o PC o NAS per renderli sempre usabili, così come per gli utenti più consumer, che desiderano però un backup più semplice e diretto di quello offerto da Time Machine.
Considerazioni
Deja Vu è un sistema molto interessante e produttivo, anche se ammettiamo che necessita di qualche ragionamento per essere utilizzato al meglio.
La versione 5 (compatibile con dischi APFS), rilasciata per macOS 10.13 e 10.14, arriva dopo moltissimi update che, negli ultimi dieci anni sono stati tutti gratuiti (gli utenti di macOS 10.12 o precedenti possono utilizzare la versione 4, non molto diversa) e che sono arrivati puntualmente con ogni nuova versione di sistema operativo.
Lo sviluppatore, con il quale abbiamo avuto un interessante scambio di opinioni riguardo alle motivazioni dietro lo sviluppo di Deja Vu, che abbiamo condiviso in questo articolo, è molto attento e oltremodo disponibile riguardo eventuali problemi con dischi, sistemi o tipologie di files, il che è una gran bella garanzia per chiunque decida di affidare i propri documenti ad un sistema terzo.
Il prezzo è tutto sommato abbordabile per un software chiave che, pur operando in background spesso senza l’intervento dell’utente, risulta uno dei più importanti in assoluto.
Pro:
• Semplice, immediato e potente
• La copia eseguita è identica all’originale, nello stesso formato
• E’ possibile archiviare separatamente i documenti eliminati
Contro:
• Non è scriptabile
Prezzo: 26,12 Euro
Gli utenti possono acquistare Deja Vu 5 presso il sito dello sviluppatore al prezzo di 26,12 Euro per la versione singola oppure 39,63 Euro per la versione per famiglia (5 licenze).
Allo stesso prezzo è disponibile anche la versione 4 (per macOS Sierra e precedenti): gli utenti possono avvalersi di un periodo di prova gratuito per valutare il software in tutte le sue funzionalità.