iPhone 11 Pro ha un’arma segreta per la fotocamera: Deep Fusion. Si chiama così la tecnologia che dovrebbe dare alla fotografia digitale da smartphone l’impulso che serve per competere con sensori dedicati usati nelle DSLR che contano su più grandi dimensioni.
In base a quello che Schiller ha spiegato nel corso della presentazione degli smartphone del 2019, siamo di fronte ad una idea da “scienziato pazzo”, una tecnologia il cui funzionamento prevede lo scatto di 8 immagini prima che venga realmente premuto il bottone di scatto e poi una nona quando viene realmente premuto il bottone. Di queste nove immagini una è a lunga esposizione; i 9 differenti frames compongono la foto finale.
Apple spiega che le immagini vengono confrontate pixel per pixel per presentare una foto con elevato dettagli e basso rumore, scegliendo i migliori pixel
Il compito di governare Deep Fusion che si basa su una operazione molto complessa e faticosa dal punto di vista computazionale è affidata al neural Engine di Apple A13. Il tempo richiesto è di solo un secondo.
Dalla spiegazione di Schiller non è stato chiaro se da questo motore software dipende la qualità delle immagini per lo scatto notturno oppure si ottengono effetti di elevata qualità sfruttandolo anche per scatti con buona luce.
Non è stato chiarito neppure se, almeno in parte, dipende dalle tre fotocamere di iPhone 11 Pro o è interamente basato su software. In questo caso potrebbe anche essere disponibile su iPhone 11. Quello che è certo è che questa tecnologia potrebbe certamente rappresentare un fattore vincente quando si parla di qualità delle immagini e che su di essa Apple pare investire in maniera massiccia.
Deep Fusion non sarà disponibile immediatamente al lancio degli iPhone 11 e iPhone 11 Pro. Si dovrà invece attendere il prossimo autunno (con i tempi di Apple sicuramente intorno a fine ottobre e oltre) per vedere in azione questa tecnologia e verificare se Phil Schiller, capo del marketing della Mela, ha ragione e davvero siamo di fronte a qualche cosa di “pazzesco”