I nuovi dazi contro la Cina in vigore da oggi 1° settembre mettono pressione a Apple. Trump ha confermato l’entrata in vigore, con tariffe del 15% su 300 miliardi di dollari di beni importati da Pechino che includono una gamma ampia di prodotti, inclusi quelli di Apple.
Apple è la più grande azienda del settore IT negli USA per capitalizzazione di mercato; i suoi prodotti sono assemblati in Cina da Foxconn e spediti agli utenti finali di tutto il mondo. Tra i prodotti soggetti alle nuove tariffe ci sono: Airpods, Apple Watch e relativi cinturini e l’Homepod. Gli iPhone, per il momento, non sembra saranno colpito dall’entrata in vigore dei nuovi dazi ma le cose potrebbero cambiare dal 15 dicembre.
Apple, spiega TechCrunch, non è l’unica azienda di elettronica che produce in Cina ma anche altre saranno colpite dalla decisione di Trump, con aumenti previsti per TV, speaker, fotocamere digitali, batterie agli ioni di litio e flash drive, solo per citare alcuni prodotti. A guadagnare da questa situazione, potrebbe essere un’azienda come Samsung. Il CEO di Apple, Tim Cook, ha espresso le sue preoccupazioni in un incontro con il presidente americano, spiegando che la rivale non subirebbe colpi con l’entrare in vigore dei dazi in quanto la sua catena di produzione si trova già fuori dalla Cina. Come è facile immaginare, la situazione quindi non è semplice per la Mela se il più importante concorrente sul mercato non è costretto a subire la stessa sorte.
Vi erano stati negli ultimi giorni alcuni segnali di distensione ma il presidente americano, prima di partire per Camp David, ha confermato la decisione ai giornalisti che chiedevano lumi su un eventuale rinvio. A detta di Trump le pressioni commerciali sulla Cina dovrebbero continuare a tenere bassa “la temperatura” anche a Hong Kong. “Senza negoziati commerciali, Hong Kong si troverebbe in ben maggiori difficoltà”, ha dichiarato Trump, aggiungendo: “La mia azione commerciale permette davvero di alleviare la febbre”.