Yahoo subì minacce di pesantissime sanzioni pecuniarie e pressioni da parte del governo americano per rivelare informazioni private sui cittadini. A rivelare la vicenda è lo stesso Yahoo con un messaggio del consigliere generale Ron Bell.
La vicenda molto controversa e che sembra accentuare la gravità di alcune delle politiche seguite in quel periodo, quello del Datagate, la vicenda rivelata da Edward Snowden che mostrò al mondo una politica di sorveglianza di massa messa in atto dal governo statunitense, risale al biennio 2007-2008. A quel tempo il Governo degli Stati Uniti aveva modificato una legge per poter richiedere alle aziende online i dati dei loro utenti. Al tempo Yahoo decise di opporsi a questo provvedimento, giudicato incostituzionale, e iniziò una dura lotta con il Governo per ottenere dispense nell’obbligo di dover contrastare la nuova legge.
Gli atti di quella lotta fra il Governo e Yahoo restano parzialmente segreti, ma dopo l’esplosione del Datagate nel 2013 l’azienda ha ottenuto il permesso di rendere pubblico un fascicolo di circa 1500 pagine che mostra l’opposizione fra la società di Sunnyvale e il Governo USA. L’azienda guidata ora da Marissa Mayer alla fine ha dovuto issare bandiera bianca, soprattutto di fronte alla minaccia da parte del Governo di multare Yahoo con una sanzione pari a 250 milioni di dollari per ogni giorno di ritardo che l’azienda avesse accumulato per aderire alla nuova legge approvata dal governo. Yahoo sta ancora attendendo l’autorizzazione per poter mostrare in pubblico altra documentazione a riguardo.
Casi di questo genere gettano una lunga ombra sulle promesse delle società riguardo la sicurezza dei dati degli utenti e la loro “impenetrabilità” anche a livello Governativo, promesse che non possono che portare subito alla mente le ultime rassicurazioni di Tim Cook per quanto riguarda la privacy di iCloud e dei dati degli utenti.