Viaggiate spesso e naturalmente siete connessi: hot spot, aeroporti, internet caffè, semplici connessioni wireless… Ebbene, una recente ricerca ha dimostrato come sia possibile infiltrarsi agevolmente su qualsiasi computer, tenere traccia dei vostri accessi, delle applicazioni usate, dei dati riservati di qualsiasi genere, email e IP provider, sistemi antivirus in uso, sistema operativo utilizzato, non appena accendiate il vostro laptop stabilendo una connessione wireless.
Anche Mac Os X appare vulnerabile, fornendo all’hacker informazioni sufficienti per sferrare un attacco specifico alla vostra macchina sfruttando le vulnerabilità insite in questo o quel software. Ma anche gli smartphones sono esposti, consentendo ad eventuali malintenzionati di catturare le informazioni più riservate in essi contenuti.
Non pare esserci limite alle possibilità di controllo da parte di terzi, se è vero che è con indagini di questo tipo che gli investigatori hanno raccolto e collezionato le informazioni personali dei terroristi dell’11 settembre. E quello che alcuni hanno fatto a scopo investigativo durante le indagini, potrebbe essere fatto da chiunque, con relativa semplicità , come dimostra la ricerca. I ricercatori, infatti, hanno elaborato e pubblicato uno strumento di controllo – Ferret – capace di mettere chiunque nella condizione di compiere simili indagini.
Che poi la sicurezza dei dati sia un argomento scottante non solo per professionisti o naviganti occasionali, ma anche per le imprese, non c’era bisogno della recente violazione di TJX per saperlo, purtroppo. Che fare dunque?
I ricercatori dichiarano che è pur sempre possibile proteggersi da simili attacchi, a patto di dotarsi, attivare e configurare un firewall personale o un VPNs che consentano una navigazione il più possibile protetta, impedendo la diffusione sul network pubblico dei dati che vogliamo salvaguardare.
[A cura di Fabio Bertoglio]