Finora la multa più alta comminata da Bruxelles era quella da 1,06 miliardi di euro contro Intel, oggi eclissata con la maxi multa record da 2,42 miliardi di euro inflitta a Google.
Secondo la Commissione Ue e la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager Google ha abusato della sua posizione dominante nel campo dei motori di ricerca per promuovere il suo servizio di comparazione prezzi online Google Shopping. Nei risultati di ricerca i prodotti sponsorizzati su Google Shopping sono sempre ai primissimi posti, a discapito dei servizi concorrenti, invece visualizzati solo nella pagine di ricerca successive alla prima, le meno cliccate dagli utenti.
Nel comunicato della Commissione europea si ripercorrono le tappe di Google negli acquisti comparativi online, a partire dal 2004 in Europa con Froogle ma con scarso successo. Per essere competitivi i servizi di comparazione prezzi si basano sul traffico: più utenti e più pagine cliccate portano a un incremento degli utili, allo stesso tempo l’aumento del traffico attira un maggior numero di rivenditori che vogliono proporre i loro prodotti. Così secondo la Commissione Ue dal 2008 è cambiata la strategia di Google e da qui partono le accuse di abuso di posizione dominante.
Per l’antitrust europeo « Google ha sistematicamente attribuito una posizione preminente al proprio servizio di acquisti comparativi: quando il consumatore effettua una ricerca su Google in relazione alla quale il servizio di acquisti comparativi della società americana vuole proporre risultati, questi sono visualizzati in cima ai risultati della ricerca o comunque tra i primi».
Inoltre «Nelle pagine dei risultati della ricerca Google ha retrocesso i servizi concorrenti di acquisti comparativi: tali servizi sono visualizzati sulla base di algoritmi di ricerca generica, che Google ha impostato secondo una serie di criteri che finiscono per far retrocedere i servizi di acquisti comparativi concorrenti. I dati dimostrano che anche i servizi concorrenti più alti in graduatoria finiscono in media solo a pagina quattro dei risultati di ricerca su Google e altri figurano ancora più in basso. Il servizio di acquisti comparativi di Google non è soggetto agli algoritmi di ricerca generica della società, per cui non viene retrocesso».
Sempre secondo i dati della Commissione Ue i primi 10 risultati mostrati nella prima pagina delle ricerche ottengono il 95% di tutti i clic, di cui il 35% al primo riultato, mentre il primo risultato della seconda pagina ottiene solo 1% dei click. Oltre alla maxi multa record di 2,42 miliardi di euro la Commissione Ue richiede che Google ponga fine a tale comportamento entro 90 giorni, in caso contrario sarà soggetta a una ulteriore ammenda che può arrivare fino al 5% del fatturato mondiale di Alphabet, società che controlla Google.
La multinazionale di Mountain View non è d’accordo con il provvedimento della Commissione UE e ha già annunciato che farà ricorso «Rivedremo la decisione della Commissione in dettaglio, in quanto stiamo considerando di fare ricorso, e continueremo a perorare la nostra causa» ha dichiarato Kent Walker vicepresidente senior e consigliere generale di Google, come riporta Repubblica.it. Ricordiamo che secondo le conclusioni preliminari della Commissione Ue, Google ha abusato di posizione dominante in altri due casi ancora oggetto di indagine relativamente al sistema operativo Android e AdSense, così le vertenze europee per Google potrebbero non essere ancora finite.