Se ne parla di meno rispetto a prima ma i sistemi di comunicazione che sfruttano la crittografia end-to-end continuano a infastidire vari governi nel mondo per l’impossibilità di accedere a questo tipo di comunicazioni protette.
Nel Regno Unito il governo di Boris Johnson ha predisposto una campagna pubblicitaria per denunciare quelli che presenta come “i mali” della crittografia end-to-end.
Ne parla RollingStone spiegando che l’obiettivo dell’iniziativa è mobilitare il l’opinione pubblica contro la decisione di Facebook di crittografare Messenger.
Meta (Facebook) ha attivato dalla scorsa estate la crittografia end-to-end anche per le chiamate audio e video; la tecnologia in questione era già sfruttata in precedenza per le chat di testo, impedendo a terzi di intercettare le comunicazioni quando si attiva la modalità “Conversazione segreta” ma ora vuole estendere la funzione, attivandola per default anche alle chiamate.
Nella pubblicità del governo britannico, si vedono un uomo e un bambino in una teca di vetro ognuno con lo smartphone in mano; i due chiacchierano su Messenger, di tanto in tanto l’adulto guarda il bambino e con il passare della giornata il vetro diventa opaco, finché i passanti non riescono a vedere più cosa succede all’interno: un modo per dire che la crittografia end-to-end consente ai pedofili di agire in completo anonimato e spaventare il pubblico.
Secondo il governo del Regno Unito, il maggiore uso di sistemi crittografici in Messenger ostacola gli sforzi per combattere lo sfruttamento dei bambini online. Obiettivo della campagna è quello di spingere il pubblico a considerare pericolose queste forme di comunicazioni, rilanciando il dibattito affinché le app siano progettate tenendo conto della sicurezza pubblica, condividendo in altre parole con le agenzie d’intelligence chiavi e strumenti che permettano di bypassare le protezioni al fine di perseguire contenuti e attività illegali, facilitando le indagini e individuare i colpevoli, backdoor contro le quali Apple si è schierata per anni.
Non è la prima volta che il Regno Unito prova a fomentare una crociata contro la crittografia end-to-end. Già nel 2015 era stato presentato un disegno di legge specifico, con l’allora ministro degli Interni Amber Rudd in prima fila secondo il quale le persone non hanno bisogno di tutta questa sicurezza.
“Dobbiamo fare in modo che organizzazioni come WhatsApp non diventino un posto segreto in cui i terroristi possono comunicare tra di loro”, aveva riferito Rudd subito dopo un attentato a Westminster, affermando la necessità di superare i meccanismi di cifratura delle conversazioni dei servizi di messaggistica nella speranza in questo modo di combattere più efficacemente il terrorismo.
Nel 2020 il capo dell’MI5 (l’ente per la sicurezza e il controspionaggio del Regno Unito) ha chiesto “accesso eccezionale” alle comunicazioni criptate, meccanismi che hanno reso internet “selvaggio west non regolamentato, inaccessibile dalle autorità”. Anche negli USA lo scorso anno c’è stata una proposta di legge contro la crittografia end-to-end.