Firmato nel maggio scorso, il ban Huawei imposto dagli USA suscita ancora incertezze in tutte le parti coinvolte in causa, anche tra gli utenti stessi. E’ ormai storia il fatto che l’amministrazione Trump abbia sostanzialmente vietato l’acquisto e la vendita di prodotti Huawei negli Stati Uniti su base temporanea, negando così al colosso la possibilità di avere rapporti commerciali con società americane, tra le quali Google, Microsoft e Qualcomm. In queste ore è stata prorogata la licenza a Huawei di altri 90 giorni. Ecco cosa vuol dire.
La misura di emergenza firmata da Trump, ricordiamo, aveva lo scopo di tamponare le preoccupazioni derivanti dal fatto che la società potesse fornisse informazioni di intelligence o accesso backdoor al governo cinese, dando alle agenzie statunitensi il tempo di indagare sulle accuse. Da allora, le organizzazioni che intendano avere rapporti commerciali con il colosso devono chiedere un’esenzione per e richiedere una cosiddetta Licenza generale temporanea o TGL. L’ultima estensione del TGL doveva scadere oggi, ma il Dipartimento del Commercio ha annunciato un’estensione di 90 giorni questa mattina.
C’è da comprendere, però, le motivazioni di questa nuova estensione temporanea della licenza generale. Il provvedimento fa sì che alcuni operatori telefonici, che utilizzano tecnologie di Huawei per portare la Rete cellulare nelle zone più remote degli Stati Uniti, possano effettivamente continuare a farlo, senza che si determini una sorta di black out in quelle zone periferiche.
Così ha spiegato il segretario al commercio Wilbur Ross in un comunicato stampa appena diramato. Si tratta della terza estensione concessa dall’amministrazione attuale, ma si tratta di una proroga ben limitata e che non consentirà al colosso cinese di sottoscrivere accordi commerciali con Google, Microsoft, Qualcomm e le altre aziende cinesi.
Questo vuol dire che gli attuali possessori di uno smartphone Huawei con licenza Android non avranno comunque nulla da temere, potendo continuare ad utilizzare tutti i servizi Google; discorso diverso per i terminali rilasciati dopo blocco commerciale, come Huawei Mate 30 e Huawei Mate 30 Pro. A quanto pare questi, e i futuri modelli, continueranno a non avere il Play Store pre-installato, e nemmeno i servizi Google. Tale situazione non verrà intaccata da questa proroga.
Il New York Times ha riferito la scorsa settimana che l’amministrazione sta prendendo in considerazione esenzioni “specifiche per prodotto” che consentirebbero alle aziende di vendere determinati prodotti Huawei come i suoi smartphone.
Finora non sono emerse prove concrete a sostegno di tutte le accuse sollevate dagli USA contro Huawei, sia per le violazioni commerciali e finanziarie, così come per operazioni o componenti in violazione o contrarie alla sicurezza nazionale USA. Sia Hauwei che ZTE hanno sempre negato le accuse. Huawei si è spinta oltre citando in giudizio in governo USA per un blocco considerato incostituzionale.