Che Cyanogen voglia staccarsi ancora di più da Google non è un segreto: già all’inizio dell’anno McMaster, amministratore delegato della società, aveva spiegato che entro tre-cinque anni sarebbe stato probabilmente possibile. Che ne abbia realmente le potenzialità lo ha invece da poco dimostrato attraverso un post su Instagram vantando oltre 50 milioni di utenti attivi.
Praticamente sono più di tutti gli utenti di Windows Phone e BlackBerry messi insieme, una cifra piuttosto impressionante se consideriamo che Cyanogen ha cominciato proprio con una semplice ROM per Android, una delle più popolari con funzionalità e opzioni non disponibili sui firmware ufficiali dei produttori di dispositivi e in quanto tale diventata un punto di riferimento per molti utenti che si sono ritrovati dispositivi non più aggiornati dai produttori.
Cyanogen, lo ricordiamo, è possibile grazie all’Android Open Source Project (AOSP), tutta la parte del codice Android che è open-source, esente da sezioni di proprietà Google o altre parti “closed” di produttori che aggiungono, ad esempio, interfacce personalizzate. Partendo dalla base fornita dall’AOSP, è possibile creare versioni proprietarie di Android, in gergo “ROM AOSP”, indipendenti e non legate alla grande “G”.