I rivenditori aderenti al consorzio Merchant Customer Exchange (MCX) responsabile dello sviluppo del concorrente di Apple Pay, CurrentC, sarebbero obbligati per contratto ad escludere Apple Pay, ed altre opzioni di pagamento contactless, dalle loro casse, pena il pagamento di una multa salata. Queste le ultime notizie riportate dal New York Times circa lo scontro che sta avvenendo in USA per conquistare milioni di casse dei rivenditori, dove gli aderenti al MCX, come Walmart e BestBuy, hanno negato la disponibilità ad utilizzare il nuovo sistema di pagamento della Mela. Ricordiamo che solo poche ore fa i sistemi di CurrentC sono stati attaccati da pirati sconosciuti, sembra senza gravi consenguenze.
Considerando che il consorzio MCX è nato circa tre anni fa, aver firmato una clausola di esclusività pone un problema strategico attuale non da poco a molti rivenditori aderenti, che potrebbero desiderare l’implementazione con Apple Pay (ma anche con Google Wallet o altri sistemi di pagamento wirless), senza poterlo mettere in pratica evitando problemi legali, almeno secondo quanto riportato dal NYT.
Sottolineano quest’ultimo punto perché è lo stesso MCX a reagire alle ultime polemiche con un post sul blog ufficiale, dove sembra che le clausole siano differenti: “Quando le aziende scelgono di lavorare con MCX – si legge – scelgono di farlo esclusivamente e siamo orgogliosi della lunga lista di aziende che hanno collaborato con noi. È importante sottolineare che, se un’azienda commerciante decide di smettere di lavorare con MCX, non ci sono multe”.
La frase risulta sibillina, in quanto specifica l’assenza di multe nel caso in cui “un’azienda commerciante decide di smettere di lavorare con MCX”, non nel caso in cui inizi a lavorare con un sistema di pagamento concorrente, come Apple Pay.
Il post ufficiale contiene anche un attacco indiretto ad Apple, in quanto, oltre a sottolineare come “CurrentC non raccoglie informazioni provenienti da altre applicazioni, o informazioni sanitarie memorizzate nel dispositivo mobile”, si sottolinea anche come tutti i dati siano salvati nel cloud e non nel dispositivo e “la rimozione di queste informazioni sensibili dal dispositivo mobile riduce in modo significativo il rischio che vengano impropriamente divulgate nel caso in cui il dispositivo mobile sia violato, rubato o altrimenti compromesso”, ovvero una filosofia opposta a quella di Apple, che preferisce mantenere le informazioni sui suoi dispositivi iOS.
In definitiva lo scontro tra Apple Pay e CurrentC sembra solamente all’inizio, ma forse con una sostanziale differenza: Apple Pay è già vivo e vegeto, mentre CurrentC deve ancora nascere.