L’astronave madre è davvero arrivata a Cupertino. Risate. E applausi. Si ride e si scherza durante la presentazione che Steve Jobs ha fatto davanti al consiglio comunale di Cupertino per il nuovo campus di Apple che dovrà dare spazio a 13mila dipendenti ma soprattutto migliorare l’ambiente, con una architettura innovativa e potenziando il verde dell’area, riducendo le parti edificate, con parcheggi sotterranei, il 60% in più di alberi e molti più spazi aperti. Ma c’è di più. Dietro alla presentazione che il Ceo dell’azienda è andato a fare per far partire il futuro campus di Apple, si intravede in filigrana anche uno Steve Jobs molto personale. Che ride e scherza, soprattutto per “gestire” i consiglieri comunali e le loro esuberanze, ma anche che racconta aspetti significativi della sua storia. È sempre il solito Steve Jobs che presenta un altro dei suoi keynote, che chiede se si vede bene e fa partire le slide con l’immancabile radiocomando in mano, che non ha bisogno di puntatore elettronico (e in effetti lo stile di Jobs è tale che nelle slide c’è sempre quel che serve, compresa la sua fenomenale tecnica di ripetizione delle slide illustrate a tutto tondo per ribadire i concetti con una naturalezza invidiabile), che racconta qualcosa del suo passato, forse per un desiderio malcelato di essere più intimo, almeno in quella sede più ristretta rispetto alle grandi superfici coperte del Moscone Center.
Gli aneddoti di Steve Jobs sono tre. Il primo, proprio all’inizio, spiega il suo speciale legame con quell’area della superficie del comune di Cupertino. Quando Hewlett e Packard, i due fondatori di HP, stavano acquistando quell’aera per espandere l’azienda, Steve Jobs era un ragazzo che voleva “fare” qualcosa con il computer e, dopo aver trovato il numero di uno dei fondatori di HP sull’elenco del telefono, lo chiama per chiedergli di avere delle componenti elettroniche. La risposta è sorprendente: non solo le componenti che Jobs aveva richiesto, ma anche un lavoro estivo in quella fabbrica che produceva le componenti, dando forse il via alla passione di Jobs per l’informatica e l’elettronica. Un aneddoto che vale anche a sottolineare come tra i due fondatori non solo Steve Wozniak avesse esperienza di hardware e software, oltre che un passato in HP…
Secondo aneddoto, una consigliera chiede a Steve Jobs cosa intende fare per la comunità, e cita il fatto che potrebbe donare ad esempio il collegamento Wi-Fi gratuito (come Google ha fatto in alcuni tratti della vicina Mountain View). Jobs risponde che Apple paga le tasse (parecchie tasse) e che, secondo lui il dovere delle aziende è quello di pagare le tasse e quello delle amministrazioni di usare questi soldi per dare dei servizi alla collettività, come ad esempio il Wi-Fi. Parole assolutamente condivisibili, forse sorprendenti negli Stati Uniti (dove lo spazio ai privati e il liberismo hanno una connotazione maggiore che non in Italia) e comunque ben accolte dai presenti e dalla stessa consigliera comunale. Tanto che lei stessa ci prova di nuovo chiedendo magari qualche iPad gratuito, ma lui risponde che spera che la sua azienda possa fare qualcosa di più che non dare del semplice Wi-FI gratuito, la consigliera capisce (e abbozza) mentre il pubblico applaude. E il successivo consigliere, più anziano, riprende ringraziando Jobs per il contributo che sta cercando di dare anche alla comunità di Cupertino, mentre Jobs sottolinea che l’edificio sarà anche un riferimento architettonico apprezzato dagli esperti e dagli appassionati.
Infine, terzo episodio verso la fine dei venti minuti di presentazione che Jobs ha fatto davanti al pubblico dell’aula di commissione e ai consiglieri presenti, è relativo a un altro aspetto. Dopo aver sottolineato che entrambi i campus rimarranno attivi (l’attuale Infinite Loop e il nuovo “cerchio”) e che sicurezza e traffico saranno sempre al centro delle considerazioni, viene tirato fuori l’argomento della qualità dell’aria e di una fabbrica della zona, cinque o sei isolati di distanza da dove Steve Jobs dice di essere cresciuto e che è ben noto inquini l’aria. Steve Jobs, che vieta ai dipendenti ospiti e visitatori di fumare nelle proprietà di Apple (anche all’esterno) essendo lui molto sensibile all’argomento perché entrambi i suoi genitori sono morti di tumori al polmone, mostra la sua anima di ex attivista californiano per l’ambiente. E vorrebbe davvero che la fabbrica in questione smettesse di inquinare. Anzi, dice Jobs, se voi del consiglio comunale li voleste cacciare, io di certo non mi opporrei.
Ultima domanda, meno privata, sui tempi di realizzazione del nuovo campus. I progetti verranno presentati al più presto, l’anno prossimo inizieranno i lavori e nel 2015 Apple farà entrare in funzione il nuovo campus. L’incontro si chiude con la considerazione con Steve Jobs e Apple sono così strettamente legati a Cupertino e che ne siano orgogliosi. L’idea che Jobs “dia indietro” alla comunità quel che ha guadagnato è davvero forte. L’idea di aprire un negozio di Apple a Cupertino (ancora non c’è) invece non funziona perché c’è poco traffico commerciale. Ma chissà un giorno non succeda anche questo.
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