Mercoledì 7 dicembre Apple ha annunciato nuove funzionalità per la crittografia end-to-end su iCloud, con l’espansione di tale meccanismo di protezione per nuovi servizi / categorie di dati su iCloud.
Nuove funzionalità di crittografia end-to-end (che in altre parole garantiscono solo a noi e a nessun’altro – Apple compresa – l’accesso ai contenuti), sono state predisposte per backup su iCloud, iCloud Drive, Promemoria, Note, Messaggi, Foto e altro ancora.
A seguito di quanto annunciato, l’Electronic Frontier Foundation (EFF) – organizzazione non profit che si occupa della tutela dei diritti digitali e della libertà di parola nel contesto dell’odierna era digitale – plaude all’iniziativa di Apple e al rinnovato impegno dell’azienda verso la privacy.
“Ci congratuliamo con Apple per avere ascoltato esperti, difensori dei minori e utenti che vogliono proteggere i propri dati più sensibili”, scrive l’EFF. “La crittografia è una degli strumenti più importanti che abbiamo per la salvaguardia della privacy e della sicurezza online. Ecco perché abbiamo fatto chiesto la possibilità per gli utenti di cifrare i backup su iCloud con la campagna “Fix It Already” (ne abbiamo parlato qui, ndr) avviata nel 2019″.
Meredith Whittaker, CEO dell’app Signal (app di messaggistica considerata tra le più sicure), definisce “grandiosa” la decisione di Apple. spiegando ancora che è stata necessaria una certa pressione ma alla fine la Mela è riuscita a decidere la cosa giusta.
Il Surveillance Technology Oversight Project (Stop) presso lo Urban Justice Centre, ha definito l’Advanced Data Protection di Apple una scelta “essenziale” ma sottolinea che è arrivata “in ritardo”. Nonostante l’annuncio, il gruppo afferma di essere “deluso” dal fatto che l’attivazione delle funzionalità di cifratura richieda l’esplicito consenso dell’utente e queste non siano attive per default. Albert Fox Cahn, direttore generale del gruppo in questione, riferisce: “Fa piacere vedere le protezione per la privacy di Apple mettersi al passo con la pubblicità messa in campo ma impostare queste protezioni previo consenso lascerà molti utenti vulnerabili”.
A pensarla diversamente da EFF e Signal è invece l’FBI. Sasha O’Connell, ex funzionario FBI, riferisce al New York Times: “È bello vedere aziende che danno priorità alla sicurezza, ma dobbiamo tenere a mente che comporta conseguenze da gestire, e una di queste è quella che spesso non si considera l’impatto di ridurre l’accesso alle forze dell’ordine a prove digitali”.
Craig Federighi – Senior Vice President of Software Engineering di Apple – in una intervista del Wall Street Journal ha riferito: “Appezziamo profondamente il lavoro delle forze dell’ordine e supportiamo il loro lavoro”, ha dichiarato Federighi. “Pensiamo che in fondo abbiamo a cuore la stessa missione, che è quella di proteggere le persone. In definitiva, mantenere al sicuro i dati dei consumatori, ha grandi implicazioni in generale sulla nostra sicurezza. Vi sono informazioni sensibili di interesse per attacker malintenzionati, siano essi avversari stranieri o criminalità organizzata, che potrebbero volere accedere a informazioni di leader politici o altri che devono nascondere particolari segreti, o dettagli su sistemi, con conseguenze che potrebbero essere un disastro per tutti noi”. Federighi fa riferimento alle ultime funzionalità di sicurezza implementate su iCloud come una “missione” che era necessario completare per proteggere gli utenti.