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Crittografia Android, Google in ostaggio dei produttori

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Il caso San Bernardino ha posto l’accento sulla sicurezza degli smartphone e sui sistemi di crittografia utilizzati per proteggere i dati degli utenti. Se iPhone di Apple appare come una cassaforte inespugnabile, su Android la situazione è completamente opposta: non solo la crittografia è presente su pochissimi dispositivi, come i Nexus di Google, ma i produttori di smartphone economici sono contrari al suo utilizzo e la situazione, come spiega il Wall Street Journal, è difficile per Big G.

Lo snodo sono proprio i produttori di smartphone Android low cost, che guardano con sospetto a questa tecnologia che ritengono problematica per le prestazioni. Il sistema di protezione su contatti, foto e video potrebbe infatti rallentare il dispositivo e abbassare nettamente le prestazioni dello smartphone. Proprio per questa opposizione, in passato, Google non ha insistito per l’inserimento obbligatorio della crittografia su Android. Il risultato, è stato che meno del 10%, su un totale di 1,4 miliardi di telefoni Android in tutto il mondo, risultano attualmente criptati, contro il 95% dei dispositivi Apple.

Tradotto in altri termini, mentre il governo USA e l’FBI stanno lottando per riuscire a leggere i dati dell’iPHone 5c criptato, utilizzato nella strage di San Bernardino, su Android le autorità potrebbero con probabilità facilmente leggere il contenuto del dispositivo, utilizzando software specializzati per superare facilmente i codici di accesso sui dispositivi bloccati: sarebbe sufficiente circa un’ora per abbattere le barriere di uno smartphone Android bloccato, almeno stando alle dichiarazioni di un investigatore della Gendarmerie Nationale francese.

Google, da parte sua, non può essere accusata di cattiva volontà. L’azienda di Mountain View ha tentato infatti di invertire completamente la rotta con Android 6.0: Marsmallow, infatti, richiede ai produttori di dispositivi di crittografare i telefoni dotati di processori ad alte prestazioni, ma solo il 2,3% dei dispositivi Android  ha a bordo Android Marshmallow, rilasciato nel mese di ottobre scorso. Google deve sperare nel supporto dei grandi produttori, come LG e HTC che si sono dichiarati favorevoli alla crittografia, che sarà supportata dai prossimi smartphone delle società. Samsung ha già messo sotto chiave Galaxy S7, ma non si ha certezza del livello di sicurezza di altri smartphone dell’azienda sud coreana.

Ad ogni modo, il capo della sicurezza Android, Adrian Ludwig, ha ribadito che l’obiettivo di Google è quello di portare la crittografia su tutti i dispositivi Android, anche in considerazione del fatto che numerose componenti diventano sempre meno costose e, dunque, anche i dispositivi economici potrebbero essere dotati di specifiche hardware idonee a supportare la crittografia. Sulla questione nel rapport tra crittografia e prestazioni  Google, che ha già dichiarato di aver testato tali sistemi di sicurezza su alcuni smartphone, senza ravvisare cali di prestazioni. Solo su dispositivi low cost, con una dotazione hardware di fascia bassa, si assiste a lag sporadici, soprattutto durante l’apertura delle app.

Che cosa potrà fare praticamente Google resta incerto. Come spiegano alcuni esperti del mercato del Robottino il problema sta nel fatto che il sistema operativo viene ceduto gratis e alcuni costruttori potrebbero essere tentati dal modificare più massicciamente di quando non facciano ora la dotazione di serie se Big G usasse la mano pesante sulla cifratura. Questo potrebbe voler dire perdere il controllo e anche servizi che producono denaro.

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