Si chiama online dating, appuntamenti online, una logica conseguenza della digitalizzazione: ottimizzazione degli appuntamenti. Perché frequentare una compagnia per incontrare una persona con la quale uscire per un tête-à-tête? È più logico cercarla sulla base di parametri vari online.
Le app di incontri sono quei social media che avrebbero dovuto migliorare, anticipare o soppiantare ogni tipo di interazione umana personale. E sono in crisi. È un settore relativamente grande, che vale circa 8 miliardi di dollari, ma che ha avuto un impatto sulla vita sociale delle persone enorme contribuendo a rivoluzionare il modo con il quale le persone socializzano, sta entrando in crisi.
La crisi del calabrone
Lo scorso agosto Bumble, una delle app più diffuse (è stata creata nel 2014 come la “versione femminista” di Tinder) ha perso il 30% di valore dopo una trimestrale molto negativa nei mesi scorsi. In generale, il settore sta entrando una fase di crisi che si pensa sia sistemica.
Match Group, la capofila che controlla Tinder, Match.com, OkCupid, Hinge e varie altre reti di socializzazione e appuntamenti ha registrato da sette trimestri un calo costante nel numero di utenti paganti. C’è un calo complessivo di persone che utilizzano questi servizi sostanzialmente perché la maggior parte di loro, dopo averli provati, ritiene di avere avuto esperienze negative.
Servizi pericolosi?
Questo è quello che dice ad esempio un rapporto del Pew Research negli Stati Uniti: lo sostengono più di metà degli utenti e tra questi più della metà sono donne. Il 52% degli utenti dei servizi, inoltre, ritengono di aver avuto incontri con persone che hanno cercato di truffarli in un modo o in un altro (spesso con incontri a pagamento) mentre il 57% delle donne ritiene che gli incontri non siano sicuri. L’85% inoltre ha segnalato che ci sono persone che hanno continuato a contattarle nonostante loro avessero detto di non essere interessate.
Per queste ragioni molte delle aziende che gestiscono le app di appuntamento hanno cominciato a fare delle pubblicità sempre più aggressive in cui sostanzialmente viene sottolineata la spinta a “abbandonare il celibato” e “praticare una vita di scambi più vivace”. Campagne pubblicitarie che, soprattutto quando sono rivolte alle donne, hanno provocato reazioni e commenti negativi negli Stati Uniti, dove sono attivi anche dei movimenti pro-celibato che contestano per motivi religiosi o filosofici la pratica delle attività sessuali al di fuori del matrimonio o prima di una certa età.
Un segnale importante
Questi cambiamenti sono significativi. Il fatto che si veda una maggiore disillusione e disincanto rispetto alla relativa novità dei servizi di dating online (che esistono ormai da più di tre lustri) porta con sé alcune considerazioni.
Da un lato, bisogna comunque valutare questi dati nel loro contesto: il fenomeno delle app di dating è comunque costruito attorno a una cultura nordamericana e nordeuropea: sono un fenomeno che segue quel tipo di abitudini e regolazioni sociali. Infatti, sia nei paesi latinoamericani che in quelli del Mediterraneo (più propriamente a cultura latina) queste app e questi servizi hanno avuto un impatto diverso e con obiettivi parzialmente diversi.
Nei paesi di cultura latina le app per il dating non sono viste generalmente come sistemi per trovare amici con i quali passare il tempo, persone con cui sviluppare una “companionship” o costruire relazioni ad esempio a fini matrimoniali. Invece, sono viste prevalentemente come “riserve di caccia” per fare sesso.
La fine di un’epoca
Fatta questa importante distinzione, che è condivisa anche da vari studiosi delle relazioni sociali, si può cercare di decodificare più chiaramente cosa dice questo cambiamento che è in corso adesso.
Il calo di passione per le app di dating e il ritorno a sistemi per incontrarsi “organici” può avere vari significati nel dettaglio. Ma certamente manifesta un’idea di cambio generazionale: la novità per Gen X e Millennials (già “adulti” quando sono arrivate queste app) della possibilità di sfruttare internet per “acchiappare di più” è invece un dato di fatto per la Gen Z.
Questa nuova generazione di Gen Z, nata dopo il 2000, cerca un evidente ritorno a meccanismi più “organici” e naturali per incontrare le altre persone. Andare a ballare, frequentare una compagnia che si trovi nel solito posto, magari iscriversi in una palestra o a un corso di Yoga, o andare in qualche centro commerciale o magari fare la spesa in uno dei supermercati “noti per single”.
Quel sottile piacere della conquista
Tornare ai sistemi organici di incontro, vuol dire anche un’altra cosa. Vuol dire non solo umanizzare di nuovo la relazione, ma riportare l’incontro con un’altra persona a uno stato di felice incertezza e ambiguità.
Riaprire la porta alla seduzione e al corteggiamento, che non sono poi così scontanti nelle app per il dating, è importante. L’incontro con le altre persone per chi sta fuori dal circuito del dating non è più una negoziazione da mercato in cui una cosa sola è certa, cioè che anche l’altra persona è là per lo stesso motivo (le app funzionano così: dopotutto, cioè si sa che tutti partecipano perché sono disponibili).
Il piacere insomma di riscoprire il sottile piacere della conquista o magari di una grande amicizia o, persino (ma non lo diciamo troppo forte) dell’amore. Per caso, come è sempre stato.