Ricercatori spagnoli sono riusciti a sviluppare il prototipo di una stampante 3D con la quale è possibile stampare pelle umana “funzionante”, utilizzabile per pazienti sottoposti a trapianto nonché come alternativa etica alle sperimentazioni sugli animali.
La cosiddetta “biostampante” sfrutta speciali inchiostri composti da cellule umane e altri componenti biologici che permettono di riprodurre la struttura naturale della pelle, compreso lo strato esterno e gli strati più interni che la compongono. I “bio inchiostri” spiega IBTimes si depositano da speciali iniettori producendo la pelle che è bioattiva e sarebbe in grado di riprodurre le fibre collagene che permettono di dare il caratteristico senso di elasticità. La pelle stampante in 3D è in pratica un tessuto vivo ed è utilizzabile nei pazienti con ustioni e nella sperimentazione di ingredienti cosmetici, prodotti chimici e altri dell’industria farmaceutica.
La biostampante è stata creata da ricercatori dell’Università Carlo III di Madrid (UC3M), dal Centro di Ricerca Energetica, Ambientale e Tecnologica (CIEMAT) e dell’Hospital General Gregorio Marañon in collaborazione con lo spagnolo, BioDan Group (gruppo specializzato in bioingegneria). Tra i potenziali vantaggi di questa tecnologia, l’assenza di problemi di rigetto e la possibilità di evitare le attese causate da trasferimento di tessuto cutaneo da un donatore a un ricevente.
Stando a quanto affermano i ricercatori, la tecnologia sfruttata permette di stampare altri tessuti umani ma sarà necessario attendere l’approvazione delle autorità di regolamentazione per garantire che la pelle prodotta sia effettivamente adatta per l’uomo. All’inizio di gennaio, un’azienda di biotecnologie cinese, Sichuan Revotek, è riuscita a stampare in 3D dei vasi sanguigni impiantati con successo sui macachi, un procedimento definito un importante passo verso la possibilità di stampare in massa organi umani.