Nell’ultimo episodio del podcast AppStories, Federico Viticci ha avuto modo di chiacchierare con Craig Federighi, Senior Vice President Software Engineering di Apple. Il dirigente della Mela ha parlato di varie novità per gli sviluppatori emerse in occasione della conferenza WWDC19, inclusi Project Catalyst, SwiftUI e iPadOS.
“Project Catalyst”, ha spiegato Federighi, renderà più semplice per gli sviluppatori portare le app da iPad a Mac. In molti casi per il porting dell’app su Mac basterà semplicemente attivare un checkbox in fase di compilazione del progetto Xcode, anche se ovviamente Apple invita sempre gli sviluppatori a integrare ottimizzazioni specifiche per Mac.
“UIKit e AppKit erano sempre rimasti due mondi separati”, spiega Federighi parlando dei due framework della Mela, “e in base a cosa uno sviluppatore faceva, era possibile creare app in qualche modo adattate, condividendo molto codice cross-platform ma bisognava sempre intraprendere ulteriori passi coinvolgendo persone nei team di sviluppo con conoscenze di AppKit, persone con conoscenze di UIKit o decidere su quale delle due aree specializzarsi. Molti sviluppatori scelgono l’uno o l’altro (framework) e non entrambi perché ottenere le necessarie competenze richiede molto lavoro e investimenti adeguati”.
Federighi sembra entusiasta del progetto Catalyst, riferendo che questo permetterà a molte app già ottime su iPad di arrivare su Mac, possibilità offerta da macOS Catalina e Xcode 11 e tra le prime aziende che sono già al lavoro c’è Twitter con il porting della sua app su Mac.
Federighi sottolinea che Project Catalyst ha il vantaggio di permettere a un team di sviluppatori di focalizzarsi su ciò che sanno fare meglio, rilasciando i prodotti per tutte le piattaforme di Apple. Per quanto riguarda SwiftUI, framework per la creazione di interfacce usando codice dichiarativo, Federighi spiega che è uno strumento “espressivo de interattivo” che si tradurrà in idee e app migliori.
“SwiftUI renderà lo sviluppo delle UI più accessibile a tante persone che probabilmente non hanno provato questo approccio prima, ed è una cosa emozionante, perché l’abbiamo già visto un po’ con Swift e Swift Playgrounds; ma anche gli sviluppatori la possibilità di usare uno strumento che è così espressivo e interattivo significherà poter creare cose migliori e provare a sperimentare idee migliori, portando alla creazione di app migliori”.
Parlando della piattaforma iPadOS (il nome con il quale Apple ora preferisce chiamare il sistema operativo di iPad), Federighi ha spiegato che nel corso degli anni l’iPad “è diventato qualcosa di distinto rispetto all’iPhone” e, di conseguenza, merita un sistema operativo in grado di offrire un’esperienza caratterizzante, distinta rispetto a quella di iOS.
“Pensate a funzionalità quali drag&drop, split-view, slide Over, l’Apple Pencil… sono elementi che davvero definiscono un diverso modo di lavorare con il dispositivo. Quando lavoro sul mio iPad, non sento come se stessi lavorando su un grande telefono… o come se stessi lavorando sul Mac.
Sento che sto lavorando sull’iPad. Ciò che intendiamo quando parliamo di macOS, o tvOS – che è una piattaforma basata su iOS – o quando parliamo di watchOS – che nel suo core è iOS – sono elementi che per noi definiscono l’esperienza.
Esiste un’esperienza watchOS con app su misura che hanno senso sul vostro polso, con un’interfaccia che ha senso in quel contesto. iPadOS è diventato un’esperienza distinta. Abbiamo lavorato costantemente proseguendo sulla strada senza interruzioni con il passare del tempo. Con il lavoro fatto quest’anno, sentiamo di essere in un punto dove davvero abbiamo ottenuto qualcosa di distinto”.
Federighi riferisce nel podcast di Viticci anche della nuova possibilità offerta con iPad OS di gestire appieno dispositivi di storage esterni quali dischi, chiavette USB e memory card. Scherzando, dice: “Siamo dispostiti a riconoscere l’esistenza degli anni ’90 e tornare indietro”, riconoscendo che le persone usano questi accessori. “Io sono un fan di AirDrop ma capisco altri utenti… ad esempio i fotografi e come sia importante per loro la possibilità di importare foto direttamente in app quali Lightroom”.