Il keynote di apertura all’ultima conferenza per gli sviluppatori di Apple ha lanciato una nuova star: Craig Federighi. L’opinione è quasi unanime; elogi sulla sua performance, dal punto di vista tecnico ma anche comunicativo, si trovano un po’ ovunque, anche se l’articolo più puntuale lo troviamo sul Wall Street Journal che prende spunto da questa occasione per presentare un profilo di Federighi.
Dall’articolo apprendiamo che il Senior Vice President Software Engineering di Apple ha da sempre lavorato fianco a fianco di Scott Forstall sin da tempi di NeXT. Quando Apple acquisì NeXT nel 1996, Federighi passò ad Ariba (società che sviluppava software per le imprese) con l’incarico di Chief Technical Officer. Ad Apple tornò nel 2009 per guidare il team di sviluppo software per il Mac. Il 44enne ingegnere mantiene ancora oggi ottimi rapporti con Forstall (del quale ha occupato il posto), caso davvero unico in Apple dove, pare, l’ex capo di iOS era sostanzialmente inviso a tutti per il suo carattere scontroso segnato da tratti di arroganza (per qualcuno era il “mini-Steve”). Nonostante questo, Federighi ha un carattere completamente diverso rispetto a Forstall: chi ha avuto modo di lavorare con lui, lo descrive come una persona accomodante, tanto quanto Forstall era duro: “Scott e Craig sono dei talenti incredibili, ma Craig è più compatibile con Tim”.
Anche grazie ai buoni rapporti con Forstall, Federighi ha potuto comunicare con competenza e profondità con il team che sta sviluppando iOS 7, tenendo unite vecchie e nuove squadre, scegliendo di far sviluppare distintamente alcune funzioni, nonostante alcune sovrapposizioni nei gruppi. Stando a quanto riportano alcuni insider, molte decisioni hanno richiesto più tempo di quanto sarebbe stato probabilmente necessario con Forstall ma, come accennato, Federighi preferisce creare consenso intorno a determinate idee.
L’allampanato ingegnere, che qualcuno paragona a Fonzie per aspetto e modi, è sempre pronto a rispondere alle mail e, anche se spesso declina gli inviti a eventi sociali con la scusa di dover lavorare, sul palco e nel corso della WWDC ha dimostrato di avere anche una buona carica ironica. Parlando della nuova veste grafica del Game Center ha detto: “Eravamo a corto di legno e feltro verde”. A chi gli ha chiesto il motivo per il quale OS X 10.9 “Mavericks” si chiamasse così ha risposto: “Non volevate mica che per la prima volta rimandassimo il sistema perché eravamo a corto di felini?”. Battute che gli hanno guadagnato la simpatia del pubblico.
Nik Fletcher, product manager di Realmac Software è entusiasta di Federighi: “È simpatico, espansivo, appassionato di tutto quanto ha annunciato”, nel tono e nei modi la personificazione della “nuova” Apple.