Intel ha deciso di estendere di due anni la garanzia sui processori Core di13a e 14a generazione, mossa inevitabile dopo conferme sui problemi di stabilità di cui si parla da mesi.
La risposta di Intel arriva al culmine di una vicenda che si protrae da tempo, in attesa di un fix (un aggiornamento del microcodice dei processori) che dovrebbe risolvere il problema (a patto che i crash non siano già avvenuti, altrimenti non sarà possibile rimediare al bug).
Il problema dei crash improvvisi riguarda le CPU Core dai 65W in su, e non solo i modelli della serie K più “spinti”, come in precedenza ipotizzato.
Nei giorni scorsi sono circolate voci di consumatori che hanno già interpellato studi legali per avviare class action, confermando che alcuni processori Core di 13a e 14a generazione possono effettivamente diventare instabili per via di tensioni operative elevate.
Intel, come accennato, ha promesso di mettere una pezza al problema, ma non è chiaro se l’aggiornamento del microcodice del processore (che richiederà specifici aggiornamenti rilasciati dai vari produttori di PC) influenzerà le prestazioni, se risolverà effettivamente il problema o si limiterà a mitigarlo.
Il produttore ha intanto dichiarato: “Intel si impegna a garantire che tutti i clienti che hanno o stanno riscontrando sintomi di instabilità sui loro processori desktop di 13a e/o 14a generazione siano supportati nel processo di sostituzione. Abbiamo fiducia nei nostri prodotti e nei prossimi giorni condivideremo ulteriori dettagli sull’estensione di garanzia di due anni per i nostri processori desktop Intel Core di 13a e 14a generazione boxati”.
Nel frattempo l’azienda consiglia agli acquirenti che hanno riscontrato sintomi di instabilità di contattare il team di assistenza del produttore del sistema per ulteriore supporto o l’assistenza clienti Intel.
L’azienda riferisce ancora che il ritardo delle comunicazioni non è stato intenzionale ma dovuto a difficoltà nell’identificare la causa definitiva.
L’inconveniente dell’ossidazione di alcuni collegamenti interni, ipotizzato da alcuni come causa del problema, è smentito da Intel, affermando che non è questa la causa principale (confermando ad ogni modo che qualcosa del genere si era effettivamente verificato ma mitigato con miglioramenti produttivi e uno screening più accurato dall’inizio del 2023).
Intel ha intanto deciso di licenziare 16.000 persone per risparmiare sui costi.