La Linux Foundation ha formato un gruppo per fornire alle autorità sanitarie tecnologia gratuita per tracciare la diffusione del COVID-19 e future pandemie.
La Linux Foundation Public Health – riferisce Business Insider – è nata a luglio con l’obiettivo di sviluppare software open source per rispondere alla pandemia ed ha finora contribuito alla creazione di due app che consentono di sfruttare funzionalità di contact tracing, quando un utente scopre di essere positivo al virus.
Un team di volontari di sviluppatori canadesi ha creato un’app denominata COVID Shield, e una azienda specializzata ha creato una diversa app denominata COVID Green. Poiché tali app sono open source, è possibile contribuire con proprio codice e personalizzarle. Le app sfruttano le API (interfacce di programmazione) create da Apple e Google e rendono possibile l’utilizzo della tecnologia Bluetooth per aiutare governi e autorità sanitarie a contenere i contagi, nel pieno rispetto della sicurezza e della privacy degli utenti.
Una persona che riscontra di essere positiva al COVID-19, può consentire il caricamento di questa informazione in un database gestito dalle locali autorità competenti in materia di salute pubblica; gli utenti che sono stati a contatto con l’utente che ha segnalato di essere positivo ricevono una notifica mediante l’app con l’indicazione della potenziale esposizione, senza indicare chi e quando ma solo che si è entrati in contatto con qualcuno che ha contratto il COVID-19 e fornendo ulteriori istruzioni dell’autorità sanitaria pubblica locale per la propria sicurezza e per quella delle persone nell’ambiente in cui ci troviamo.
“Riteniamo che la notifica delle esposizioni potrebbe avere un grande impatto nel ridurre del tasso globale di esposizioni”, riferisce Dan Kohn, general manager della Linux Foundation Public Health.
Secondo uno studio della Oxford University che risale ad aprile, se il 60% della popolazione usasse le app di contact tracing, il meccanismo potrebbe consentire di fermare la diffusione dell’epidemia.
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