VisionOS è il sistema operativo – il primo sistema operativo spaziale al mondo, dice Apple – su cui si basa Apple Vision Pro, il visore AR presentato durante la conferenza per gli sviluppatori. È il primo indossabile di Apple che mescola il mondo reale con quello digitale e il suo motore è appunto il sistema operativo, che presenta un’interfaccia tridimensionale capace di liberare le app dai confini di un display in modo che possano apparire fianco a fianco su qualsiasi scala.
Ad esempio permette di creare un clone di se stessi per le videochiamate in FaceTime, ma può fare anche moltissime altre cose in tempo reale, come spiega Susan Prescott, eccitata dalle possibilità che questa piattaforma mette in campo. Perché non si tratta di alimentare un nuovo prodotto, ma un’intera categoria che arriverà da qui nei prossimi anni.
Si va dal reimmaginare le app esistenti al crearne di nuove, includendo nell’ambiente oggetti 3D che sembrano veri. È una rivoluzione che passa anche negli ambienti di lavoro, come nello sviluppo e nella prototipazione di nuovi veicoli, oppure nel mondo della musica per crearne di nuova, o più semplicemente – dice – per andare a letto e vedere il cielo stellato sopra la propria testa.
È tutto in mano agli sviluppatori perché saranno loro il vero cuore di questo nuovo ambiente. Ad aiutarli ci sarà il Reality Composer Pro, una suite che promette di facilitare la realizzazione di oggetti tridimensionali.
E poi sono già pronti tutti gli elementi per le interfacce in modo da facilitare il porting delle app per iOS, iPadOS e macOS dentro visionOS che, dice Apple, è stato progettato da zero per supportare i requisiti di bassa latenza del calcolo spaziale, col risultato che è in grado di sfruttare lo spazio intorno all’utente, aprendo nuove opportunità al lavoro e a casa.
Apple ha lavorato con Unity per portare le app 3D dentro questo nuovo sistema operativo, e ci sarà un nuovo App Store per poter vedere e scaricare tutte le app compatibili.
È qualcosa a cui Apple lavora da anni, ed ora è arrivato.