Gli italiani in quarantena non si dispongono solo in fila davanti ai supermercati, ma decidono di acquistare online, anche quando non ne hanno esperienza: i dati di Gogle mettono in evidenza intenzioni di acquisto fortemente differenziate in base alla regione di appartenenza.
Dagli inizi di marzo ad oggi, su Google le ricerche transazionali, quelle cioè finalizzate a un acquisto, sono aumentate esponenzialmente. A conferma di ciò sono state pubblicate diverse indagini, tra cui quella di Nielsen che ha fatto notare che, tra il 16 e il 22 marzo, le vendite attraverso e-commerce sono cresciute del 142,3% rispetto alla settimana precedente.
BrandToday ha elaborato i dati di Google Trends per capire come gli italianisi avvicinano all’acquisto online, partendo dalle ricerche effettuate direttamente su Google. Le paure legate alla pandemia hanno suggerito agli italiani di acquistare alimenti online, anche quando sembra non ne abbiano esperienza. La ricerca ha interessato prodotti freschi e non e, soprattutto, è differenziata fortemente in base alle regioni. Ne sono un esempio la “preferenza” per l’acquisto di carne piuttosto che di pesce, così come la scelta tra vino, birra e acqua.
Per quanto riguarda lo smart working, la scarsità di scorte o la paura di uscire hanno spinto gli italiani a restare a casa e a cercare online ciò che mancava alle loro postazioni di lavoro e di studio. Tra i dispositivi più ricercati: il microfono, le cuffie e la webcam, evidentemente necessari per le videoconferenze, tanto di quelle dei bambini con l’insegnante, quanto quelle dei genitori con i colleghi. Stampanti e cartucce per stampanti si sono rivelate una necessità improvvisa, nel momento in cui – ad esempio – gli studenti più giovani hanno dovuto stampare porzioni di libro e compiti e i genitori hanno dovuto riesumare una vecchio aggeggio messo da parte.
Boom di ricerche anche per i computer. Dai dati di Brand Today emerge in maniera prepotente la difficoltà di una popolazione che, all’improvviso, si trova a dover gestire tutto attraverso computer. Basti pensare a famiglie, anche non numerose, che si sono trovate a dover creare postazioni di lavoro a distanza per il padre e la madre, mentre il figlio era in diretta con la classe virtuale. Da qui il boom di ricerche riguardanti computer desktop e portatili (messe a confronto con la curva “telecamere per pc”).
Per gli italiani in quarantena, la necessità di trascorrere il tempo in qualche modo, ha portato alla crescita anche di domande inerenti servizi di intrattenimento. Ne beneficiano la lettura e i siti di videostreaming (non a caso, Netflix e YouTube avevano stretto un accordo con il governo per limitare la qualità dei video). A proposito degli intrattenimenti, è interessante notare qual è stato l’impegno a trovare qualcosa da far fare ai bambini, costretti più di altri (e da più tempo) a restare a casa. “Giochi per bambini” è una keyword cercata più in questo periodo di quarantena, che in quello natalizio.
«Difficile dire cosa possa comportare questa situazione per i commercianti», riferisce BrandToday; «va però osservato che, mentre gli “starnutitori” dell’acquisto online hanno naturalmente fatto riferimento alle aziende innovatrici (Amazon su tutte), gli acquirenti che arrivano tardi sul mercato digitale potrebbero essere disposti a rivolgersi ad aziende anch’esse ritardatarie, perché ne hanno una conoscenza reale, ossia si sono fisicamente recati in un punto vendita».
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