Una Corte d’appello statunitense ha stabilito che un gruppo di utenti dell’App Store può portare in giudizio Apple perché con l’App Store avrebbe creato un illegale monopolio per la distribuzione delle app, impedendo agli utenti l’acquisto di app da store alternativi.
Ne parla Reuters spiegando che la decisione capovolge un pronunciamento del 2013 che aveva respinto una causa intentata nel 2012. Secondo il gruppo che vuole portare in giudizio Apple, quest’ultima, impedendo agli utenti di acquistare app da store alternativi, non consente di creare concorrenza sui prezzi, con conseguenti prezzi alti per le app.
Apple ha sostenuto che la richiesta del gruppo non ha senso perché, in effetti, acquistano proposte degli sviluppatori e la Mela semplicemente affitta loro uno “spazio” nel quale vendere le loro proposte. Gli sviluppatori versano una quota degli introiti ad Apple in cambio del diritto di vendere sull’App Store.
Un tribunale di grado inferiore si è schierato con Apple ma il giudice William A. Fletcher ha stabilito che gli utenti iPhone acquistano le app direttamente da Apple, consentendo al gruppo di presentare un ricorso giurisdizionale contro la Mela. La corte deve ancora esaminare la sostanza delle asserzioni degli utenti iPhone, al momento è stato solo stabilito che gli utenti possono citare Apple per la questione in oggetto.
Se la posta in gioco verrà seriamente messa in discussione, “la soluzione più ovvia è che Apple consenta alle persone di acquistare le applicazioni da dove vogliono, permettendo di aprire il mercato e abbassare i prezzi” afferma Mark C. Rifkin, avvocato dello studio Wolf Haldenstein Adler Freeman & Herz che rappresenta il gruppo di utenti che vuole portare in giudizio Apple. “L’altra alternativa per Apple è retribuire le persone per i prezzi superiori che hanno storicamente pagato per le app in virtù del suo monopolio”.