Nei primi quattro mesi del 2019 erano 700 mila, nello stesso periodo quest’anno sono due milioni: sono i nuovi consumatori online in Italia, 1,3 milioni in più rispetto all’anno precedente, dovuti a una digitalizzazione “forzata” dal lockdown per Coronavirus il cui fortunato beneficiario è proprio l’e-commerce.
Secondo gli ultimi report, questo settore crescerà ancora nel corso dell’anno proprio per l’impatto che il Sars-CoV-2 sta avendo sulle nostre vite, e i numeri attuali quasi ne confermano le previsioni: siamo a un +154% per quanto riguarda i prodotti per la cura degli animali, mentre la categoria cibi freschi e confezionati è cresciuta del 130%. Numeri simili anche per i prodotti per la cura della casa (+126%) e della persona (+93%) tra quelli che crescono di più online.
In un solo mese, dall’inizio della crisi sanitaria, si è praticamente registrato un salto evolutivo verso il digitale di 10 anni: con Coronavirus le abitudini di acquisto e i comportamenti dei consumatori online in Italia si sono spostati a favore dell’eCommerce, che ha garantito continuità di servizio per numerose attività e per i cittadini.
Come dicevamo pare proprio che l’e-commerce sarà il settore che crescerà di più (fino a +55%) a livello mondiale con l’impatto del Covid-19, seguito dai negozi di alimentari (fino a +23%) e vendita all’ingrosso di prodotti farmaceutici (fino a +15%). Diversi settori, come quello del fashion&lifestyle, sono stati colpiti più duramente di altri anche online, ma il 77% dei venditori online ha dichiarato di aver acquisito nuovi clienti durante questa fase di emergenza sanitaria.
Tuttavia emerge che la tendenza a una logica omnicanale – strategia il cui obiettivo è quello di coinvolgere al meglio il cliente (tale o potenziale) in tutti i canali e le fasi del suo processo d’acquisto, offrendo un’esperienza il più possibile olistica – è ancora molto bassa, come basso rimane il livello di gestione smart dei negozi tramite app che consentano ai consumatori di localizzare il negozio più vicino, pagare, ricevere sconti e programmi fedeltà.
Dall’analisi condotta da Netcomm su circa 280 insegne di diversi settori, che rappresentano circa 46.000 punti vendita, risulta infatti che solo il 79% possiede un canale ecommerce attivo e solo il 37% è abilitato al ritiro o al reso in negozio di prodotti acquistati online.
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