Redattori del sito C-Net hanno visitato Corning, l’azienda specializzata nella lavorazione del vetro con la quale Apple ha rapporti decennali e sulla quale a maggio dello scorso anno ha anche investito 200 milioni di dollari.
Per creare il vetro si usa sabbia (ossido di silicio) cristallizzata in molti modi usando il calore. Aggiungendo vari tipi di elementi alle strutture cristalline è possibile creare vetri molto diversi tra loro; anche il semplice cambiamento della temperatura di fusione permette di ottenere lastre con proprietà differenti. Alcuni vetri come il noto Gorilla Glass che oggi si trova su vari dispositivi, sono realizzati in modo da essere resistenti alle cadute e ai graffi; i vetri temperati che si trovano sui parabrezza sono fatti in modo da non rompersi in mille pezzi grazie all’aggiunta di particolari sostanze chimiche e migliorando le molecole per unità d’area di superfici rendendo la laminatura maggiormente resistente agli agenti fisici esterni.
Jeff Evenson, Senior Vice President e Chief Strategy Officer di Corning, spiega che l’azienda per la quale lavora ha imparato a domare il vetro in vari modi. All’interno della fabbrica sono presenti file di fornaci che possono raggiungere i 1000° Celsius, temperature superiori a quelle tipiche del punto di emissione di un vulcano.
L’ultimo ritrovato sul quale l’azienda sta lavorando sono lastre destinate ai futuri smartphone pieghevoli (Samsung è al lavoro su dispositivi di questo tipo ma anche la cinese Royole). I produttori sono riusciti a realizzare schermi OLED dallo spessore ridotto e flessibili ma questi non possono essere abbastanza resistenti senza il supporto di una membrana in vetro, esattamente dove Corning è impegnata, spingendo i limiti nella flessibilità dei display.
“Per ottenere uno stretto raggio di curvatura, bisogna realizzare un vetro molto, molto più sottile di quelli odierni e alcuni dei vetri che abbiamo nei nostri laboratori sono più sottili di un capello umano” ha spiegato Polly Chu, Technology Director presso Corning.
Uno degli ultimi vetri realizzati è spesso 0.1mm e può essere ripiegato su se stesso quasi a metà, come un foglio di carta; non è il primo vetro pieghevole ma è molto più sottile rispetto al vetro ultrasottile Willow annunciato qualche anno addietro (nel 2012), capace di supportare backplane sottili e filtri colore per display OLED e LCD. Il redattore di C-Net che ha avuto modo di vederne uno dice: “Quando lo hai tra le mani, è difficile credere che si tratti di un foglio di vetro e non un foglio di plastica”. La plastica è uno dei materiali presi in considerazione come materiale di copertura per gli smartphone pieghevoli, ma questa, rispetto al vetro, è più suscettibile a graffi, a sgualciture e soffre di problemi di cambiamento di colore nel corso del tempo. A detta di Corning, il vetro ha il vantaggio dell’integrità e di mantenere costante la colorazione; per questo motivi per molti anni ancora il vetro sarà il materiale che “proteggerà” il display degli smartphone.
Corning non ha rapporti solo con i produttori di smartphone; tra i suoi clienti ci sono varie aziende specializzate nel settore automotive. Con le auto che diventano più autonome e “tecnologiche”, sono necessari sempre più display al loro interno per visualizzare informazioni e consentire ai passeggeri di controllare e gestire le funzionalità di intrattenimento. In quest’ambito Corning lavora su particolari lastre che possono adattarsi a superfici curve nell’abitacolo e vetri con particolar texture che ricordano il legno e altri superfici. Usando una tecnologia denominata “dead front”, è possibile nascondere i controlli mostrandoli soltanto quando il cristallo è retroilluminato, creando particolari effetti che fanno sembrare la console di comando incastonata nel cruscotto. Tra i produttori con i quali sono stati già siglati accordi vi sono: Ford, BMW e Porsche.
Oltre smartphone e auto, Corning ritiene che il vetro continuerà ad avere un ruolo cruciale in molti altri ambiti e le possibilità non sono ancora del tutto state esplorate. “Finora gli scienziati hanno incorporato circa 50 elementi chimici della tavola periodica”; “essenzialmente tutta la tabella è ancora disponibile siamo ancora agli inizi” ha spiegato Evenson. “Un po’ come tenere in mano l’Oxford English Dictionary (il monumentale dizionario storico della lingua inglese antica e moderna, ndr), pensando che tutte le parole sono nate partendo da sole 26 lettere”.
Come abbiamo accennato all’inizio, l’azienda statunitense a produttrice di vetro, ceramiche e materiali simili sia per l’ambito industriale, sia scientifico, ha ricevuto 200 milioni da parte di Apple per investimenti in ricerca e sviluppo. La struttura Corning di Harrodsburg (Kentucky) esiste da 65 anni; la collaborazione con Apple (l’azienda fu scovata da Steve Jobs) ha portato negli ultimi dieci anni a varie innovazioni nel settore ed è anche per questo che la Mela ha deciso di investire su di essa.