Il mondo mobile è troppo dipendente da ARM e dalle sue tecnologie. Anzi, le aziende coreane sono troppo dipendenti da ARM e dalle sue tecnologie e per questo è necessaria una guerra di liberazione per produrre chip che non dovranno pagare royalties alla società britannica. È questo lo spirito con cui il governo dello stato asiatico ha annunciato l’intenzione di partecipare finanziariamente allo sviluppo di una società (guidata da Samsung) che si occuperà dello sviluppo di un processore mobile, utilizzabile in futuro anche in dispositivi indossabili e prodotti destinati alla cosiddetta “Internet delle cose”.
34 milioni di dollari saranno in cinque anni offerti per ricerca e sviluppo, una somma utile a mostrare la volontà del governo sudcoreano, già in passato impegnato a mettere fine alle controversie tra Samsung e LG sul fronte OLED.
Oltre a Samsung Electronics, altre società che si lavoreranno all’iniziativa, sono: Adchips, l’Electronics and Telecommunications Research Institute, il Korea Advanced Institute of Science and Technology e il Korea Electronics Technology Institute. L’obiettivo è ridurre i costi di processori e system-on-chip (a differenza di molti altri produttori di processori, lo ricordiamo, ARM non produce direttamente i propri processori ma vende licenze riguardanti la sua tecnologia) e acquisire un maggior controllo sulle tecnologie e la direzione dello sviluppo dei semiconduttori in un settore che ha una crescita esplosiva.