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L’antitrust della Corea del Sud indaga su Apple per presunte irregolarità riguardanti contratti siglati con i carrier locali. Stando a quanto riferisce The Korea Times, Apple avrebbe fatto pressione sugli operatori di telefonia locali affinché questi comprassero un volume minimo di iPhone promozionali, ripartendo gli oneri per eventuali costi di riparazione.
Secondo le fonti del giornale coreano, la Fair Trade Commission (FTC) sta indagando i carrier che operano nel settore dei dispositivi mobili per comprendere i termini esatti dei contratti siglati con Apple e per gli stessi motivi anche Apple Corea sarà presto oggetto di indagini. Ad aprile di quest’anno l’FTC ha chiesto la rettifica di venti clausole considerate vessatorie che erano state individuate in contratti siglati con partner autorizzati di Apple che si occupano dei servizi di riparazione. Le condizioni prevedevano, ad esempio, l’impossibilità di citare in giudizio Apple Corea non prima che fosse passato un anno per qualsiasi controversia. Apple Corea ha modificato i contratti, eliminando le clausole considerate vessatorie come richiesto dalla FTC.
Allo stesso modo, la Commissione potrebbe obbligare Apple a rivedere i contratti siglati con gli operatori di telefonia. Sono tre i principali carrier che nel paese si contendono gli utenti iPhone, offrendo pochi sussidi e sovvenzioni ma preferendo vendere il dispositivo a prezzo pieno, contrariamente a quanto proposto con dispositivi Android prodotti ad esempio da Samsung o LG.
Problematiche simili a quelle sulle quali indaga l’antitrust sud coreano sono emerse negli anni passati anche in altre nazione. A Taiwan, ad esempio, nel 2013 ad Apple è stata inflitta una multa di 666.000$ per aver interferito sui piani tariffari degli operatori locali; in Francia nel 2012 il garante della concorrenza ha indagato sulle condizioni imposte agli operatori. La Commissione Europea ha messo nel mirino Apple per la stessa problematica.