A settembre di quest’anno in Corea del Sud è stata approvata una legge che vieta ad Apple di costringere gli sviluppatori di app a utilizzare il suo sistema di pagamento per gli acquisti in-app, permettendo inoltre agli sviluppatori di proporre piattaforme di pagamento alternative.
Bloomberg riferisce che un “alto dirigente” di Apple in Corea del Sud ha lasciato l’azienda per un nuovo lavoro negli Stati Uniti.
Il dirigente in questione è Brandon Yoon, dal 2018 general manager e responsabile a capo delle vendite di Apple in Corea del Sud, in precedenza dirigente per Microsoft negli USA e per un periodo anche di Samsung Electronics. Nel suo ruolo prsso Apple, Yoon si è occupato della gestione delle vendite affrontando Samsung in casa.
Yoon è stato anche il punto di riferimento di Apple per le questioni legali dell’App Store nello Stato dell’Asia orientale, con Apple e Google che ora devono proporre sistemi di pagamento alternativi, qualcosa contro i quali Apple si è sempre opposta, paventando pericoli sul versante sicurezza.
Mercoledì 3 novembre Google ha attivato sul Play Store l’opzione che consente agli sviluppatori di scegliere autonomamente il sistema che preferiscono, scavalcando eventualmente il sistema di pagamento di Big G. Apple non ha ancora attivato nessuna modifica all’App Store coreano e discute ancora con le autorità locali le modalità da attuare per permette agli utenti la possibilità di scegliere il sistema di pagamento, bypassando le commissioni.
La tempistica della partenza del dirigente di Apple è sospetta ma secondo Bloomberg non è dovuta alla battaglia legale per la legge approvata dal Parlamento della Corea del Sud; a prescindere da cosa è accaduto, la partenza del manager potrebbe avere un impatto sul lavoro che Apple sta ancora tentando per opporsi alla legislazione.
Yoon – riferisce Reuters – aveva fornito testimonianza in difesa di Apple su tali questioni, ma la sua partenza non è legata alla battaglia giuridica portata avanti dall’azienda, almeno questo è quanto avrebbe dichiarato una persona che ha chiesto di non essere identificata.
Google, come accennato, ha intanto attivato un meccanismo per conformarsi alla nuova legge in Corea del Sud. Le applicazioni per Android distribuite sul Play Store possono mostrare sistemi di pagamenti in-app alternativi a quelli di Big G. Google ad ogni modo invita gli sviluppatori a sfruttare i suoi sistemi di pagamento in-app, imponendo una commissione dell’11% per le transazioni effettuate mediante sistemi di pagamento in-app alternativi.