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Core Technology Fee, Apple vuole evitare la rovina dei piccoli sviluppatori

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Tra i cambiamenti imposti a Apple dal Digital Markets Act (DMA) – arrivati con iOS 17.4 – vi sono nuove condizioni commerciali per le app distribuite nell’Unione Europea.

Chi sviluppa app può scegliere se passare alle nuove condizioni commerciali o proseguire con le condizioni Apple attuali, ma deve obbligatoriamente adottare le nuove condizioni commerciali per poter usare nelle app in UE le nuove funzioni per la distribuzione alternativa e l’elaborazione dei pagamenti con metodi alternativi.

Uno degli elementi che caratterizza le nuove condizioni è il Core Technology Fee: le app iOS distribuite dall’App Store e/o da un’app-marketplace alternativo pagheranno € 0,50 per ogni prima installazione per anno oltre la soglia di un milione.

Nel corso di un workshop nell’Unione europea, Apple ha spiegato che è in regola con quanto stabilito dal Digital Markets Act, e di essere a conoscenza di come il Core Technology Fee potrebbe essere un problema per i piccoli sviluppatori di app che diventano virali.

Richieste di chiarimenti specifici sono arrivate da Riley Testut, creatore di AltStore, spiegando che alle superiori aveva creato un’app – distribuita all’infuori dell’App Store (sfruttando un certificato enterprise) – che era stata scaricata 10 milioni di volte (presumibilmente l’emulatore GBA4iOS); con le nuove regole dell’App Store, Testut avrebbe dovuto dare a Apple 5 milioni di euro, portando alla bancarotta la famiglia. Lo sviluppatore ha chiesto se Apple avrebbe incassato la commissione in questa situazione, anche se questo avrebbe rovinato la sua famiglia dal punto di vista economico.

Kyle Andeers, vice presidente di Apple responsabile normative di regolamentazione, ha risposto spiegando che Apple sta lavorando per trovare una soluzione, riferendo che l’azienda non vuole certamente soffocare l’innovazione e spaventare giovani sviluppatori che pensano di rilasciare app.

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“Quello che stiamo cercando di fare è separare un modello che è stato integrato per 15 anni”, ha riferito Andeers, spiegando che per 15 anni è stato possibile monetizzare tutto tramite le commissioni, coprendo i vari aspetti, dalla tecnologia sottostante, alla distribuzione, all’elaborazione dei pagamenti, con il vantaggio per gli sviluppatori di non correre alcun rischio. Apple riceveva una commissione solo se lo sviluppatore era pagato, “un incredibile motore per l’innovazione” che ha permesso di passare da 500 app a oltre 1,5 milioni di app.

Andeers ricorda che sull’App Store si sono viste app sviluppate da ragazzini di 8 anni, 9 anni, 10 anni e teenager che hanno creato applicazioni fantastiche e che hanno contribuito al successo dell’App Store. Per quanto concerne il Core Technology Fee, il DMA ha costretto l’azienda a tenere conto di commissioni per la distribuzione, i servizi e l’elaborazione dei pagamenti.

Andeers ha ammesso che, benché dai dati in loro possesso non sono emerse problematiche come quelle paventate da Testut, il problema potrebbe verificarsi, è qualcosa sul quale bisogna lavorare e l’azienda lo sta facendo, invitando a “rimanere sintonizzati”.

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