La questione di San Bernardino non riguarda solo gli USA e sopratutto non si tratta di una eccezione. Anche in Italia l’accesso ai dati recuperati da iPhone porterà senz’altro a una svolta nel processo contro Martina e Alexander Boettcher, coppia accusata di aver effettuato attacchi impiegando acido per colpire le proprie vittime, nel caso che per la cronaca è diventato celebre come quello della coppia dell’acido.
Per diversi mesi l’accusato Alexander Boettcher ha dichiarato di aver dimenticato la password del suo iPhone 5, considerato da tutti gli inquirenti e dagli avvocati come una potenziale fonte preziosa di informazioni. Così il Tribunale ha incaricato il tecnico Mattia Epifani, come riporta il Corriere della Sera, di portare lo smartphone a Monaco presso una sede di Cellbrite, società israeliana specializzata in strumenti per il trasferimento dati tra terminali ma che dal 2007 ha sfruttato le proprie competenze per creare una divisione dedicata alle indagini forensi. Gli strumenti Cellbrite, venduti esclusivamente a società e organizzazioni governative approvate, sono in grado di recuperare qualsiasi dato logico e fisico di dispositivi mobile, superando anche codici di blocco, passowrd, crittografia e altro ancora.
Dallo sblocco iPhone 5 di Boettcher, operazione costata 1.500 euro, sono stati recuperati 9 gigabyte di dati da cui emergono indizi fondamentali sui messaggi, le comunicazioni, le ricerche online e anche la posizione dell’accusato, una mole impressionante di informazioni che spesso contrastano con la versione finora sostenuta di fronte ai giudici.
Tutto questo però è stato possibile solo perché l’iPhone 5 di Boettcher funziona con iOS 8, sicuro e protetto ma non agli stessi livelli raggiunti da Apple con iOS 9. Cellbrite infatti ha sviluppato tecnologie in grado di superare protezioni e recuperare dati da oltre 18.000 dispositivi mobile, inclusi quelli della Mela con iOS 8, ma non è ancora riuscita a superare la sicurezza di iOS 9. Questa è la ragione alla base dell’immensa diatriba legale scatenatasi sull’iPhone di San Bernardino in USA: fino a iOS 8 investigatori e tribunali potevano contare su strumenti di terze parti in grado di superare le protezioni di iPhone e iPad, ora invece il sistema iOS 9 risulta invulnerabile e inaccessibile.