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A Cook laurea ad honorem dall’Università di Glasgow

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Come previsto, il CEO di Apple Tim Cook ha ricevuto una laurea ad honorem dall’Università di Glasgow (Scozia). Dopo la cerimonia, l’a.d. della Mela ha partecipato a una sessione di domande e risposte con la platea di studenti, rispondendo a questioni quali il suo credo personale e su come il divieto sull’immigrazione di Trump influenzerà l’azienda da lui guidata.

A questo proposito, uno studente ha chiesto ironicamente se ora potrà lavorare per Apple e Cook ha risposto spiegando che l’azienda recluta personale in tutto il mondo, invitandolo a dare un’occhiata alla sezione del sito web di Apple dedicata alle offerte di lavoro. Il CEO della Mela ha ancora una volta ribadito l’importanza di imparare a programmare e di come, a suo dire, questa cosa andrebbe insegnata nelle scuole: “I ragazzi non conosceranno ambienti diversi da quelli digitali”.

Per quanto riguarda futuri progetti legati all’attivismo, Cook ha detto di non vedere se stesso come “attivista”; Apple a suo dire semplicemente lotta per cose che conosce bene o per le quali ha un punto di vista ben definito. “Noi siamo timidi. L’anno scorso siamo stati in disaccordo con il governo degli Stati Uniti in materia di sicurezza e privacy. Non si tratta di essere “attivisti”, ma ci avevano chiesto di fare qualcosa che noi consideriamo letale. Dovevamo scegliere tra chiudere gli occhi e fare ciò che il governi ci chiedeva di fare, e ci siamo battuti per quello in cui crediamo”.

Per quanto riguarda il cosiddetto “muslim ban” – il provvedimento voluto con un ordine esecutivo dal presidente Trump per limitare l’accesso negli USA ai cittadini di 7 stati a prevalenza musulmana – Cook ha ribadito di essere contrario, ripetendo quanto già comunicato qualche giorno addietro in una mail inviata ai dipendenti. Apple, lo ricordiamo, è una delle tante aziende del mondo hi-tech che ha firmato una lettera contro il decreto anti-immigrazione di Trump, spiegando che “in un’economia globale è fondamentale continuare ad attrarre le persone migliori e più brillanti da tutto il mondo”.

Cook ha avuto un pensiero anche per Steve Jobs, ricordando ancora una volta l’influenza che il co-fondatore di Apple ha avuto sulla sua vita. “Ha corso un rischio con me quando avevo solo 36 anni ed ebbi una sorta di occasione; molte circostante dopo mi sono reso conto di come in precedenza avevo scelto strade sbagliate, un po’ alla deriva. Ho conosciuto un CEO che per la prima volta era totalmente concentrato su una cosa: creare grandi prodotti. Si dedicava alle cose con particolare attenzione, in modo diverso da tutti gli altri. Il suo modo di pensare era puro e semplice. Non cercava di massimizzare la sua ricchezza o altro. Era in grado di capire davvero quel genere di cose sulle quali lavoriamo e i risultati che provengono da tutto ciò, separando le due cose”. Le priorità di Jobs nella vita erano: “La famiglia, Apple e la Pixar”, “in quest’ ordine e poco altro”.

Al termine della chiacchierata con gli studenti, li ha invitati a pensare sempre positivamente: “Il mondo è pieno di cinici, persone che bisognerebbe ignorare perché altrimenti diventano un cancro per la vostra mente, mettendo in dubbio le vostre capacità e in cattiva luce la vita. La verità, anche se non sempre sembra così, è che viviamo in un tempo fantastico”.

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