«La dismissione di iPod Classic? Non è che me ne vado in giro con un’ascia chiedendomi: cosa posso uccidere oggi?», semplicemente, era «l’alternativa più ragionevole». Tim Cook non è famoso per le metafore evocative e l’eloquio immaginifico, ma questa volta una piccola deviazione dal suo stile e una concessione all’emotività se l’è concessa.
Nella giornata di ieri il Ceo di Apple era ospite alla WSJ.D conference di Laguna Beach, conferenza organizzata dal Wall Street Journal, nella quale, rispondendo alle domande del giornalista Gerry Baker ha affrontato diversi argomenti al centro dell’agenda economica e digitale. Ma in questo caso la domanda è arrivata dal pubblico, con uno degli spettatori che ha chiesto le motivazioni della scelta di dismettere la produzione dell’ultimo rappresentante degli iPod originali, un prodotto che ha segnato l’identità stessa dell’azenda dalla fine degli anni ’90 ad oggi.
Senza nessuna comunicazione ufficiale il “Classic” è stato tolto dai listini ufficiali lo scorso 9 settembre, in concomitanza con la presentazione dei nuovi iPhone 6. Il modello non veniva aggiornato dal 2009, ed era il diretto erede del primo iPod prodotto da Apple (che non a caso, con l’affollarsi della famiglia, aveva deciso di chiamarlo “Classic”). Grande capacità di storage (enorme nel 2009, con 160 Gb su hard disk), ghiera per l’interfaccia, piccolo schermo, pochissime (quasi nessuna) app da poter installare, e nessuna capacità di connettersi alla rete. Un prodotto che, senza aggiornamenti, non avrebbe potuto comunque avere ancora vita lunga. Il problema, però, era che già per mantenerlo in questa forma, sarebbe servito intervenire dal punto di vista della progettazione.
«Non siamo riusciti a trovare da nessuna parte sulla terra i componenti adatti» per proseguire la produzione, ha spiegato Cook secondo quanto riporta Mashable, che è ritornato subito alla suo pacato e analitico modo di fare. «Avremmo dovuto fare un prodotto completamente nuovo e il lavoro di ingegneria sarebbe stato enorme, a fronte di un numero di persone interessate troppo piccolo».
Insomma, difficoltà nella linea di fornitura e un rapporto costi benefici troppo sbilanciato verso i primi per potersi permettere di essere nostalgici.