Psystar non chiude. Almeno non sono questi i piani della società di Miami. A smentire la prospettiva di una immediata sospensione delle attività è K.A.D. Camara, di Camara & Sibley LLP di Houston, uno degli studi legali che segue Psystar. Le dichiarazioni di Camara, arrivate durante il week end, smentiscono quelle di Eugene Action che ha rappresentato l’azienda di Rudy Pedraza presso la corte federale di San Francisco. Qui erano giunte le sconfitte in serie che avevano indotto Psystar a siglare un accordo con Apple per la sospensione della vendita dei cloni e spinto il giudice Alsup a imporre lo stop a Psystar sulla commercializzazione di prodotti o servizi utili ad aggirare i sistemi di protezione di Mac Os.
‘Ma tutto questo – ha detto Camara – non significa che Psystar si ritira dall’attività commerciale. Sfortunatamente l’avvocato Action è stato frainteso nelle sue dichiarazioni». L’avvocato di Psystar non ha detto a Computerword, che cita il legale, quali siano le intenzioni del cliente nè quale tipo di business Psystar intende intraprendere in futuro. Non dice neppure se Psystar intende continuare a vendere le Rebel EFI, il software che consente di far girare Mac Os X su PC; l’utility non è stata esplicitamente bandita dal giudice Alsup, ma il dettato del dispositivo del magistrato pur generico ne impedirebbe la commercializzazione.
Al momento in cui scriviamo il sito di Psystar, temporaneamente oscurato tra venerdì e sabato, è tornato on line senza offrire praticamente più nulla in vendita. I cloni sono spariti; Rebel Efi resta formalmente acquistabile ma viene dato come ‘out of stock’, non a magazzino, il che è decisamente strano per un prodotto software offerto in download e che in quanto tali sulla carta non avrebbe alcun bisogno di una scorta a magazzino. In pratica al momento si possono comprare solo delle magliette. Ricordiamo che il giudice Alsup ha dato a Psystar fino a fine anno per adeguarsi alle disposizioni scaturite dal tribunale.
L’inusuale perseveranza di Psystar e l’allestimento di un sito che è solo, per ora, una scatola vuota di contenuti, potrebbe avere a che fare con la necessità di contrastare legalmente Apple visto che una resa totale significherebbe per la società di Miami il pagamento di 2,7 milioni di dollari a titolo di risarcimento per le infrazioni al copyright. Non a caso l’avvocato Camara parla dell’intenzione del suo cliente «di continuare a combattere con il caso antitrust nella corte di Miami» e di voler «sostenere la legalità della Reebl EFI secondo le procedure dettate dal dispositivo del Giudice Alsup».
Poco o nulla si può dire, invece, del contrasto tra le dichiarazioni di Eugene Action e quelle di Camara. L’avvocato californiano, interpellato, ha evitato ogni commento rifiutandosi anche di confermare o smentire l’affermazione secondo cui il suo discorso sarebbe stato frainteso.