Il sonno dei bambini è influenzato solo in minima parte dal tempo che questi passano sugli schermi dei vari dispositivi. È quanto afferma un nuovo studio di scienziati dell’Università di Oxford.
I ricercatori- riferisce The Telegrah – hanno scoperto che il tempo passato sullo schermo ha scarse ripercussioni su quanto si dorme, mettendo in dubbio precedenti studi secondo i quali l’eccessivo uso dei gadget elettronici è la causa di perdita di sonno nel 90% dei bambini.
Gli scienziati dell’Oxford Internet Institute, un dipartimento multi-disciplinare dell’Università di Oxford in Inghilterra, affermano che la relazione tra tempo passato sullo schermo e sonno è al più “molto modesta”.
Nello studio, pubblicato sul Journal of Pediatrics, è stato riscontrato che ogni ora passata sullo schermo è collegata dai 3 agli 8 minuti di sonno in meno per notte. I ricercatori sono giunti alla conclusione che la correlazione è troppo piccola perché segni una reale differenza nel riposo del bambino.
Il Professor Andrew Przybylski, autore dello studio, suggerisce ai genitori di individuare altre variabili, osservando cosa i bambini fanno prima di dormire per migliorare le attività che portano a un pattern di sonno.
“Concentrarsi su routine e schemi per preparare il bambino al sonno, così come costanti tempi di risveglio, sono strategie molto più efficaci per aiutare i piccoli a dormire anziché pensare che il tempo passato sugli schermi possa avere un ruolo significativo”. Il Professor Przybylski critica la dimensione dei campioni negli studi precedenti secondo i quali gli effetti degli schermi influenzerebbero il sonno. “Gli effetti degli schermi sono talmente modesti che probabilmente molti studi con campioni di ampiezza minore potrebbero essere falsi positivi; risultati a sostegno di un effetto, non sussistono”.
I ricercatori dell’Università di Oxford hanno usato i dati del “National Survey of Children’s Health” (NSCH), indagine del 2016 nel corso della quale è stato chiesto ai genitori statunitensi di rispondere a specifiche domande su pattern del sonno nel loro ambito domestico. Il Professor Przybylski ha spiegato che è necessario fare altre ricerche per capire se esistono meccanismi biologici influenzati dagli schermi digitali ma l’uso eccessivo di schermi non sembra influenzare i pattern legati al sonno.
Le conclusioni fanno seguito a uno studio di agosto di quest’anno che collegano la luce blu-viola emessa dagli schermi alla tossicità̀ oculare, un guaio ben più serio rispetto ai legati ai disturbi del sonno, con la degenerazione delle cellule sensibili alla luce che porterebbe a sua volta alla cosiddetta degenerazione maculare, una condizione irreversibile che comporta con il passare del tempo la perdita parziale o completa della capacità di visualizzare le immagini al centro del campo visivo.
I ricercatori consigliano di indossare occhiali da vista o da sole in grado di filtrare i raggi UV e la luce blu o sfruttare le funzionalità che su vari sistemi operativi moderni consentono di impostare automaticamente i colori dello schermo su toni più caldi (Nigh Shift su macOS e iOS).