Vi siete chiesti perché dall’App Sonos per la gestione dei propri speaker è scomparsa la possibilità del controllo vocale di Assistente Google? La riposta e nella lunga disputa che vede protagoniste da tempo le due aziende con un’altra puntata in arrivo a breve.
Sonos e Google si affronteranno ancora in tribunale lunedì 8 maggio per diatribe che riguardano la presunta copia da parte di Google di tecnologie Sonos brevettate e sfruttate in dispositivi audio wireless quali Google Home e Chromecast Audio.
Reuters riferisce che la questione riguarda dispute su proprietà intellettuali che hanno portano quelli che erano in passato partner commerciali a cause legali negli Stati Uniti, in Canada, Francia, Germania e nei Paesi Bassi.
Sonos ha chiesto a Google 90 milioni di dollari per danni, cifra inferiore rispetto ai 3 miliardi di dollari chiesti in precedenza perché il giudice distrettuale William Alsup ha limitato la quantificazione dei danni.
Sonos afferma che Google avrebbe violato due suoi brevetti legati all’audio wireless multi-room; Jose Castaneda, portavoce di Google, ha parlato di “funzionalità molto specifiche non comunemente usate”, affermando che Sonos ha “rappresentato in maniera distorta” la loro collaborazione e la tecnologia in questione.
Ad agosto dello scorso anno Sonos aveva citato in giudizio Google affermando che le tecnologie degli assistenti vocali usate sui prodotti di quest’ultima azienda violerebbero sette brevetti di Assistente Google, inclusi brevetti che riguardano la tecnica sfruttata per determinare in un sistema multi-room quale smart speaker deve rispondere alla “hotword” (la parola chiave per attivare l’assistente vocale in base alla distanza dell’utente) e gestire gruppi di altoparlanti tramite comandi vocali.
In precedenza ’International Trade Commission (ITC) negli USA aveva dato ragione a Sonos per quanto concerne la tecnologia per il controllo del volume di gruppi di speaker in un sistema multi-room, secondo Sonos “rubata” da Google in seguito alla collaborazione tra le due aziende con l’arrivo di Google Assistant su Sonos. Big G è stata costretta a modificare il funzionamento dei suoi speaker, eliminando una funzionalità che ha portato ad un peggioramento nell’esperienza complessiva.