La voce era vera: il dipartimento degli interni in USA sta ritirando gran parte della sua flotta di droni. In particolare, sta emettendo un ordine che vieta il volo ai droni fabbricati in Cina, o quelli che vengono comunque assemblati con componenti e parti cinesi. La causa è presto detta: il timore che possano essere utilizzati per scopi di spionaggio.
Ci saranno eccezioni per l’addestramento e situazioni di emergenza, come il monitoraggio degli incendi, la ricerca e il salvataggio, ma le operazioni quotidiane di routine non saranno più coadiuvate dal volo di droni di origine cinese.
Il segretario agli Interni David Bernhanrd ha dichiarato al Wall Street Journal di ritenere che il dipartimento sarà comunque in grado di portare a compimento tutti gli obiettivi “senza alcun sacrificio”, anche se la speranza è che i produttori di droni avrebbero sostituito le componenti made in Cina.
Non è certo tuttavia che le paure siano giustificate. DJI, che produce molti dei droni utilizzati dal Dipartimento degli Interni, ha sostenuto che il governo cinese non ha mai chiesto dati sui droni. Inoltre, la società consente agli operatori di limitare l’accesso ai dati e ha persino collaborato con il dipartimento interno per inasprire le restrizioni sulla trasmissione di tali dati.
E così, la messa a terra dei droni potrebbe ostacolare in modo significativo gli sforzi del dipartimento interno. Fino al divieto di volo, gli appartenenti al dipartimento facevano uso dei droni per ispezionare specie animali in via di estinzione, come anche i problemi legati all’erosione del suolo. Adesso, gli stessi dovranno utilizzare aeromobili convenzionali o rinunciare del tutto alle informazioni, almeno fino a quando non ci sarà un drone totalmente fabbricato con parti americane. Ciò potrebbe comunque comportare costi di produzione più alti, gonfiando così i costi inerenti alle attività chiave del paese.
Ad ogni modo, secondo lo stesso dipartimento, l’ordine di messa a terra è temporaneo, necessario per affrontare al meglio potenziali problematiche relative assicuriamo a problemi di cibersicurezza, tecnologia e produzione interna. L’uso dei droni per le operazioni non di emergenza rimarrà dunque bloccato. Fino a nuovo ordine, allora, saranno consentite solo le operazioni di emergenza.
Ricordiamo, comunque, che la FCC ha anche proposto una misura drastica per proteggere il pubblico dallo spionaggio cinese, vietando ad alcune compagnie di telecomunicazioni di utilizzare i dispositivi Huawei e ZTE.