Una cosa è sicura: Apple, con la versione 4.9 di iTunes, ha reso il Podcast – l’ibrido radio-Internet grazie a feed Rss – un fenomeno di massa. E i risultati stanno venendo sotto gli occhi di tutti.
Come nota Businessweek, infatti, l’apertura dei Podcast al grande pubblicco – un fenomeno mainstream, come si dice in inglese – sta producendo una rivoluzione nei contenuti.
Accanto agli appassionati del genere, che coltivano una vera e propria galassia indipendente di trasmissioni, sorta di Indie del Podcast, stanno spuntando anche i grandi broadcasters. Cnn, Cbs, e i grandi gruppi editoriali statunitensi e ed europei. Nel silenzio assordante del sistema editoriale italiano, che non produce niente di rilievo se non alcune iniziative “sperimentali”, si muovono invece i produttori autonomi di Podcast anche di casa nostra, come il popolare Pendodeliri (storie quotidiane di un pendolare attraverso le vie di Roma), per esempio.
La nascita di tanti Podcast professionali negli Usa sta generando un fenomeno di consolidamento del mercato dell’offerta. Promossi dai media convenzionali, gli spin-off di frontiera riescono ad acquistare visibilità e a scalzare i fino a quel momento più popolari prodotti indipendenti.
E dietro l’angolo vi è una nuova offensiva: le grandi aziende (Ibm in testa, per fare un esempio) si stanno attrezzando per sfruttare il Podcast come una forma di comunicazione semplificata ed efficiente di promozione commerciale e marketing.
Rimane un settore, quello della comunicazione alternativa, attraverso una serie di canali non ancora aperti che potrebbe essere di interesse. L’università di Bergamo, ad esempio, sta valuntando l’ipotesi di realizzare dei Podcast come sistema di comunicazione che sia contemporaneamente un utile esercizio per gli studenti di Scienze della comunicazione da un lato e dall’altro una fonte di comunicazione per le attività dell’Ateneo.
Le potenzialità sono infinite, ma un particolare rimane decisivo, così come lo è stato per i motori di ricerca delle origini: solo i primi a comparire ad esempio nelle liste di iTunes Podcast hanno possibilità di essere trovati “casualmente” dal grande pubblico. per gli altri, il rischio è l’anonimato e la scomparsa…