Una delle funzionalità più usate dei tablet, sia Apple che di terze parti, è prendere appunti usando una penna digitale. Per molti di questi sistemi, e per molte delle app che consentono di farlo, uno dei maggiori problemi è la gestione degli appunti scritti.
Infatti, per poter sfruttare il dispositivo digitale in maniera più intelligente che non come se fosse un foglio di carta estremamente costoso e fragile, è necessario che il sistema operativo, ovvero l’app che si usa, sia in grado di riconoscere la scrittura, “capire” cosa c’è scritto, e tradurlo.
È una funzione tipicamente di OCR (Optical Character Recognition), tecnologia inventata decenni fa che ha funzionato progressivamente sempre meglio con il riconoscimento dei caratteri stampati (perché più “regolari” nelle forme) e in maniera più altalenante con la scrittura a mano. Tanto che nel tempo gli algoritmi sono cambiati e vengono utilizzati sempre più massicciamente sistemi di riconoscimento della calligrafia basati sul machine learning.
Il miracolo della brutta calligrafia
Il problema è che la calligrafia, parola di etimologia greca: “bella scrittura”, tanto bella non è. Nel senso che scriviamo male e chi non ha più l’abitudine poi scrive sempre peggio. Questo perché anche la scrittura a mano è un tipo di esercizio paragonabile a suonare uno strumento musicale: bisogna imparare il modo giusto (la giusta “diteggiatura”, impugnatura della penna e movimenti) e poi allenarsi per migliorare e poi stabilizzare la tecnica.
Tutto questo diventa sempre più difficile perché a scuola non si insegna più con la stessa determinazione la scrittura a penna e contemporaneamente le opportunità di scrivere a penna calano drasticamente con la diffusione ovunque di computer e smartphone. Qui i tablet però possono fare la differenze, anche se finora i sistemi di presa degli appunti “a mano” sono stati sostanzialmente limitati. Scrittura e riconoscimento più o meno fedele del testo, che viene sostanzialmente tradotto in caratteri di stampa.
La prima e più geniale parte dell’intuizione di Apple è il modo con il quale Apple Intelligence tratta il riconoscimento della scrittura. Questo avviene in diretta, mentre si scrive. La AI “capisce”, “cancella” e “riscrive” quelle lettere e parole che abbiamo già scritto, imitando ma sostanzialmente migliorando la nostra calligrafia. Praticamente, “ripassandola” per farla bella e più leggibile.
La gestione del testo scritto a mano
Una volta che questo è avvenuto, il passaggio successivo è quasi scontato: anziché tradurre il testo scritto a mano e reso più bello e regolare in un testo scritto a macchina, viene mantenuto ma gestito come se fosse in effetti scritto a macchina. Infatti, con il processo di “beaufitication” del testo, l’AI di Apple ha trasformato ogni singolo tratto da noi disegnato in una parte di una lettera e di una parola che lei capisce e controlla perfettamente.
In questo modo diventa possibile qualsiasi manipolazione del testo scritto apparentemente da noi: oltre alla cancellazione di pezzi di testo con i soliti segni di eliminazione (sgorbi trasversali sulle parole scritte per cancellarle) è possibile evidenziarle, correggerle, spostarle, copiarle e incollarle, modificarle.
Insomma, la magia di Smart Script (“Script” è il termine in inglese che vuol dire “scrittura a mano” o “grafia”) è che il testo rimane nella forma con cui lo abbiamo scritto noi, ma diventa manipolabile come se fosse un testo scritto a macchina. È una innovazione notevolissima che rende possibile ad esempio agli studenti o agli amanti del tablet e della Apple Pencil, di passare alla modalità appunti a mano senza problemi.
La potenza dei software di base
L’altra novità importante è che si tratta di una funzionalità di Note, che adesso acquistano un altro superpotere in più (possono anche fare di conto scrivendo a mano, come abbiamo visto da quando è stata parallelamente creata la Calcolatrice per iPad) e diventa sostanzialmente molto di più di una semplice “app di base”.
Considerando che le app di Apple delle sue due vecchie suite di prodotti, sia per la vita (iLife) che per il lavoro (iWork), sono gratuite, integrate ed estremamente potenti, diventano pochissimi i software di terze parti necessari per chi voglia utilizzare al massimo i suoi iPhone, iPad e Mac. Questo è un problema per gli sviluppatori e al tempo stesso una incredibile opportunità per gli utenti.
Le versioni preliminari (beta) di iOS 18, iPadOS 18, macOS 15 Sequoia e watchOS 11 sono sono già disponibile per gli sviluppatori. A luglio arriveranno le versioni per beta tester. Le versioni definitive dei vari sistemi arriveranno in autunno (probabilmente a fine settembre o inizio ottobre).