John Lettow, presidente di Vorbeck Materials, società che produce e si occupa di ricerca e sviluppo sul grafene, spiega a Fortune che sfruttando le batterie in grafene potrebbe essere possibile creare telefoni ricaricabili in modo completo in 10 minuti. Una batteria del genere non è fantascienza ma a suo dire arriverà sul mercato nel giro di due anni. Il grafene è un materiale ad altissima conduttività al quale varie aziende si stanno da tempo interessando. Non solo Apple ma anche Samsung e Google sembra siano già da tempo impegnate con brevetti ed esperimenti sul grafene, materiale che, a detta di molti, potrebbe un giorno sostituire il silicio. Vorbeck produce anche batterie talmente flessibili, da poter essere integrate in dispositivi quali borse e capi d’abbigliamento.
Il grafene è il materiale elettronico più sottile disponibile, composto da un unico strato di atomi di carbonio disposti in una struttura a nido d’ape, possiede eccezionali proprietà elettriche, ottiche, meccaniche e termiche, che potrebbero renderlo meno costoso con il vantaggio di consumare meno energia all’interno dei dispositivi elettronici portatili, come gli smartphone.
C’è da tempo molta attenzione intorno al materiale in questione e, oltre alle batterie, nei laboratori sono stati creati, tra le altre cose, anche circuiti integrati, chip e trasmettitori wireless. Nonostante rilevanti progressi scientifici nella comprensione di questo nuovo materiale, e la dimostrazione di dispositivi ad alte prestazioni basati sul grafene, la sfida di integrare transistor al grafene con altre componenti su un unico chip è stata complessa e vinta solo di recente, soprattutto per la difficoltà di far aderire il film di grafene ai metalli e agli ossidi e per l’assenza di processi di fabbricazione affidabili in grado di realizzare in modo riproducibile circuiti e dispositivi.