6 milioni di Mac venduti nel trimestre precedente: è la stima di Counterpoint Technology che ha analizzato le vendite di PC sul mercato globale nella primavera, con numeri positivi un po’ per tutti rispetto allo scorso anno, con la pandemia che aveva cominciato a imperversare e paralizzare il mondo.
La cifra di 6 milioni di Mac venduti è simile a quelle calcolate due settimane fa da IDC (6,1 milioni), Canalys (6,4 milioni) e Gartner (6 milioni). Sono più o meno 1 milione di macchine in più rispetto a un anno addietro. Apple non indica numeri precisi sulle vendite ma solo quelli relativi al fatturato.
I dati dell’ultimo trimestre fiscale di Apple indicano che i profitti hanno superato i 20 miliardi di dollari, con le revenue dai Mac lievitate del 16% a 8,24 miliardi (rispetto ai 7 miliardi dello scorso anno).
Counterpoint indica tra gli elementi che hanno contribuito a questi numeri la sempre maggiore richiesta di computer alimentata da pandemia e smart working, e il successo del processore M1, integrato prima in tre famiglie (MacBook Air, MacBook Pro 13″ e Mac mini) e dalla primavera anche sull’iMac base. Gli analisti riferiscono che Apple, grazie al processore “fatto in casa” ha anche la possibilità di migliorare i suoi margini abbassando i costi di produzione, riducendo sempre più la dipendenza da Intel.
Il CEO di Apple, Tim Cook, nella presentazione dei dati dell’ultimo trimestre fiscale ha spiegato che quasi la metà dei nuovi clienti erano persone che n precedenza non avevano un computer Apple. In Cina, la percentuale di nuovi arrivati si è avvicinata al 75% (stessa cosa per l’iPad). Nella maggiorparte dei casi si tratta, quindi, di macchine di utenti che non hanno sostituito Mac esistenti. Tim Cook ha sottolineato ancora che il Mac ha battuto i suoi precedenti record di vendita per quattro trimestri consecutivi, nonostante potenziali problemi di approvvigionamento.
Ironia della sorte, il trimestre primaverile è tradizionalmente tra i meno brillanti per l’azienda, che evidentemente ha continuato a beneficiare della spinta al tech delle attività in remoto sul lavoro e nell’istruzione.