La Consumer Product Safety Commission (CPSC) statunitense – in altre parole la Commissione sulla Sicurezza dei Prodotti al Consumo – esorta i produttori di batterie a ioni di litio a pensare a nuovi standard di sicurezza, al fine di minimizzare possibilità di eventi come quelli accaduti con le batterie difettose del Galaxy Note 7 che hanno costretto Samsung al richiamo del prodotto su scala globale.
“I consumatori” ha detto Elliot Kaye, presidente della Commissone, “non dovrebbero mai preoccuparsi del fatto che un dispositivo alimentato a batterie potrebbe essere un rischio per loro o le loro famiglie”. Dopo i vari incidenti capitati con i Galaxy Note 7, la Commissione sulla sicurezza ha spiegato a Reuters che sta collaborando con Samsung e le industrie del settore per aggiornare norme facoltative previste per le batterie agli ioni di litio integrate negli smartphone.
“Quanto meno, le industrie di settore dovrebbero imparare da questa esperienza e migliorare la sicurezza del consumatore integrando maggiori procedure di salvaguardia in fase di design e fabbricazione per garantire che le tecnologie sfruttate nelle batterie a ioni di litio offrano vantaggi senza gravi rischi in termini di sicurezza”.
L’avviso di Kaye arriva contestualmente a richiami per le batterie agli ioni di litio di notebook diramati per notebook HP e Compaq. Pochi giorni addietro HP ha annunciato un’estensione del suo programma di ritiro e sostituzione di sicurezza volontaria, in corso a livello mondiale, di determinate batterie di notebook, annunciato a giugno dello scorso anno. Il programma è stato esteso per includere ulteriori batterie spedite con gli stessi notebook. Le batterie interessate sono state fornite con specifici notebook HP, Compaq, HP ProBook, HP ENVY, Compaq Presario e HP Pavilion, venduti in tutto il mondo da marzo 2013 ad ottobre 2016, e/o vendute come accessori o pezzi di ricambio o fornite in sostituzione attraverso il supporto. Tali batterie potrebbero surriscaldarsi, presentando un rischio di incendio e ustioni per i clienti.
A settembre dello scorso anno la CPSC ha avviato indagini su quanto accaduto con i dispositivi Samsung. I sud coreani hanno recentemente annunciato ufficialmente il risultato delle indagini avviate per spiegare perché i Galaxy Note 7 esplodevano. Il problema, a loro dire, è stato individuato in due diversi tipi di batterie utilizzate. Negli accumulatori prodotti da Samsung SDI, l’angolo in alto a destra creava un rischio corto circuito: in questa zona l’elettrodo negativo era collocato troppo vicino alla curvatura della scocca, rischiando di flettersi contro la parete interna del dispositivo e di fare contatto con il catodo. Nelle batterie della cinese Amperex Technology Limited (quelle che Samsung aveva utilizzato come alternativa dopo i primi problemi riscontrati dagli utenti), sembra invece che le saldature degli elettrodi positivi, erano realizzate in modo errato e in alcuni casi potevano forare lo strato di isolante che le separava dall’anodo, portando anche in questo caso ad un corto circuito.
Per rispondere alle preoccupazioni delle autorità di regolamentazione ed evitare il presentarsi di nuovi problemi in futuro, Samsung avrebbe attivato un procedimento che prevede otto diversi controlli, ispezioni e procedure a garanzia di qualità nella fabbricazione; a questo scopo sono stati reclutati ingegneri e dirigenti senior. Le aziende reclutate per le verifiche sono le statunitensi UL ed Exponent, mentre un’azienda tedesca, TÜV Rheinland, si occuperà di problematiche relative alla catena di approvvigionamento.