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Commissario UE Thierry Breton chiede apertura ecosistema hardware e software Apple

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Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato interno e i servizi della Commissione europea, ha invitato il CEO di Apple, Tim Cook, ad aprire alla concorrenza l’ecosistema hardware e software di Apple.

Lo riferisce Reuters spiegando che l’affermazione di Breton è stata fatta al termine di un incontro con Tim Cook a Bruxelles.

“Il passo successivo di Apple e altre Big Tech nell’ambito del DMA (Digital Markets Act) deve essere l’apertura dei cancelli alla concorrenza”, ha dichiarato Breton a Reuters. “Sia che si tratti di portafogli elettronici, sia di app store, i consumatori che usano un iPhone devono poter beneficiare di servizi competitivi di una serie di fornitori”, ha dichiarato ancora il Commissario.

Nel momento in cui scriviamo Apple non ha rilasciato commenti. Nell’ambito del regolamento europeo sui mercati digitali (DMA), c’è l’obiettivo di garantire “mercati equi e contendibili nel settore digitale”. Nel regolamento si definiscono i gatekeeper, vale a dire grandi piattaforme digitali che fungono da importante punto di accesso tra utenti commerciali e consumatori e che godono di una posizione da cui possono dettare le regole e creare una strozzatura nell’economia digitale. Per far fronte a tali problemi, il regolamento definisce una serie di obblighi specifici che i gatekeeper devono rispettare, fra cui il divieto di determinati comportamenti, in un elenco di obblighi e divieti.

A detta di Breton, le argomentazioni di Apple relative a privacy e sicurezza, non devono esistere. “Il regolamento comunitario stimola l’innovazione, senza compromessi su sicurezza e privacy”.

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Foto per https://unsplash.com/it/ di @guillaumeperigois

Lo scorso anno Apple aveva espresso preoccupazione per alcune disposizioni che, a suo modo di vedere “creeranno vulnerabilità e problematiche di privacy e sicurezza non necessarie per i nostri utenti, mentre altre “impediranno di farsi pagare per proprietà intellettuali nelle quali investiamo pesantemente”. Non solo Apple aveva sollevato dubbi sulle conseguenze del DMA: anche un portavoce di Google aveva riferito che l’azienda sostiene molti elementi insiti nel DMA sulla scelta e l’interoperabilità dei consumatori ma è preoccupata di alcuni aspetti normativi.

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