Gli iPhone di ultima generazione supportano tutti due schede sim, una fisica e una in formato digitale, la eSim (sim elettroniche), che però ha una scarsa diffusione nel mondo. Sono ancora molto pochi gli operatori che offrono questo servizio (in Italia sono Tim, Vodafone, Windtre e Very Mobile, anche se da tempo si dice che Iliad, CoopVoce e Fastweb stiano per lanciare le loro) che presenta sicuramente una serie di vantaggi dal punto di vista della possibilità di acquistare a distanza una nuova linea e della facilità di gestione. Apple l’ha resa disponibile dall’iPhone X in avanti.
La sim “fisica”, il rettangolino di plastica che tutti conosciamo, però, ha completamente un altro fascino e un’altra usabilità. La gran parte dei telefoni Android di fascia media ed alta, ma anche gli economici telefoni “dumb” di Nokia per esempio il 3110 e il 8110, hanno la doppia sim fisica. È cioè possibile utilizzare due sim contemporaneamente, magari una per lavoro e una per il tempo libero, o per appaiare alla sim di casa una da viaggio quando ci si trova all’estero, o mille altre possibili combinazioni.
Gli iPhone però la seconda sim fisica non ce l’hanno. Ovvero, ce l’hanno, a partire dagli iPhone X, ma solo nella versione che viene venduta in Cina, per richiesta di Pechino che non è molto favorevole alla sim digitale (più difficile da controllare) e perché il 99% degli utenti di smartphone ha due linee diverse che consentono loro di comunicare in posti e contesti differenti. Apple però non offre questa soluzione per tutti gli utenti ma solo per quelli cinesi.
Dunque, si è chiesto Hugh Jeffreys, se gli iPhone supportano le due sim fisiche, forse è possibile che sia previsto per tutti gli apparecchi commercializzati che ci sia una doppia sim fisica anziché una fisica e una eSim. Dopotutto gli apparecchi hanno già due codici IMEI per la gestione di due sim, e dopotutto il componente che alloggia fisicamente la singola o la doppia sim è modulare e ha le medesime dimensioni (Apple non ha riprogettato il telefono per fare spazio a due sim). E forse, ha ragionato il maker, basta cambiare la componente del telefono.
Sfruttando un apparecchio iPhone 12 a cui era stato sostituito il vetro da un laboratorio non autorizzato per via di una rottura, e quindi con la garanzia già invalidata, Jeffrey ha fatto un esperimento: ha ordinato online il pezzo di ricambio per un iPhone cinese con due sim e ha deciso di sostituirlo a quello del suo iPhone 12 americano.
Dopo aver smontato il telefono, che è una cosa che invalida la garanzia e che non è facile e richiede strumenti particolari ed esperienza, è arrivato facilmente alla componente che si cambia in maniera straordinariamente facile rispetto agli standard di complessità ai quali siamo abituati con gli iPhone. Basta poco, due più due viti e un paio di contatti e il modulo è sganciato.
Messo il nuovo modulo, che ha esattamente lo stesso ingombro e le stesse connessioni, al riavvio del telefono compare sempre il doppio numero IMEI ma con la configurazione di due sim fisiche anziché di una fisica e una digitale. Il software di sistema accetta cioè la modifica e non c’è alcun lockout previsto da Apple per una componente non genuina dell’apparecchio, come accade invece per il sensore TouchID, la videocamera e altre componenti come la batteria, se cambiate con parti che non sono prodotte da Apple. Inoltre, la il porta sim non è incollato ma semplicemente avvitato.
Apple ha quindi una opzione molto facile per poter offrire anche su altri mercati e non solo quello cinese degli apparecchi dotati di due sim fisiche, e questa soluzione potrebbe essere molto interessante e competitiva per molti potenziali acquirenti di iPhone, anche se evidentemente l’azienda va nella direzione opposta e preferirebbe invece archiviare la componente hardware e offrire solo eSim, se questo fosse possibile con quello che viene offerto sul mercato.